Questa mattina, un centinaio di studenti del Collettivo Universitario Autonomo ha bloccato gli ingressi del Polo didattico in viale delle Scienze, ritardando di almeno 20 minuti l’inizio delle prove di ammissione ai corsi di laurea in Ingegneria dell’Ateneo di Palermo.
Gli studenti, in segno di protesta, hanno voluto lanciare un chiaro messaggio esponendo due striscioni nei quali si leggeva “Diritto allo studio negato. Test d’ingresso = furto legalizzato” e “Dei nostri soldi ne avete piene le tasche Stop Tasse Collettivo Universitario Autonomo” e creando lì dinanzi un momento di controinformazione.
“Anno dopo anno – spiega Silvia Fabra, studentessa del Collettivo – migliaia di studenti si sottopongono ai test d’ingresso all’università, senza la certezza di poter accedere ai corsi di laurea desiderati. Quest’anno l’Amministrazione Accademica ha deciso di rendere la maggior parte dei test a numero aperto mantenendo la tassa sulle prove scritte. Una formula che ha il sapore di un chiaro ed ennesimo raggiro ai danni degli studenti dell’Ateneo palermitano”.
“Questi test – continua la Fabra – sono la pura espressione di logiche di profitto e business che speculano sulle tasche delle famiglie dei neo-universitari, catapultandoci nell’università della meritocrazia, delle velate discriminazione, dei furti legalizzati, delle privatizzazioni. Un’università sempre più inaccessibile e lontana dai reali bisogni degli studenti e che vede e produce la negazione del diritto alla formazione universitaria per migliaia di giovani la cui unica colpa è la difficoltà e a volte, persino, l’impossibilità di sostenerne gli enormi costi. Secondo alcuni dati allarmanti solo il 40 per cento degli idonei, in Sicilia, riceve la borsa di studio, con picchi più allarmanti proprio a Palermo, dove la stima si ferma al 29 per cento. E tutto ciò è in una precisa linea di continuità con i dati relativi al 2015-2016 che riportano una flessione degli immatricolati rispetto agli anni precedenti, dati che in maniera palese dimostrano quanto l’università si stia allontanando dagli studenti, quanto la formazione sia ormai un privilegio di pochi. Siamo stanchi ma per nulla abbattuti perché fermamente convinti che contro tutto questo possiamo opporci quotidianamente, attraverso la lotta e la pratica, la forza collettiva e la costruzione di alternative”.