Ormai è certo. Rosi Pennino e Domitilla Giudice saranno le due donne che Forza Italia schiererà a sorpresa in questa campagna elettorale in vista del 4 marzo. Domitilla Giudice è la figlia di Gaspare, uno dei primi parlamentari di Forza Italia ai tempi della discesa in campo di Berlusconi, travolto da una inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa da cui uscì assolto poco prima di morire. La sua candidatura, in fondo, è nelle cose.

Sorprende, invece, Rosi Pennino, la pasionaria di sinistra di Palermo, che inevitabilmente bisogna ricordare essere anche l’ex moglie del Sottosegretario Davide Faraone, sindacalista della Cgil, antica esponente della corrente di Cracolici nel Pd nelle varie forme e nomi che il partito ha avuto negli anni. Dopo una parentesi con Fabrizio Ferrandelli oggi è certo: sarà candidata di Forza Italia. E’ uscita a sorpresa dal cilindro magico di Gianfranco Miccichè e Giuseppe Milazzo.

Inutile nascondere che questa scelta agita uomini e cose. Inutile nascondere che c’è chi plaude e chi si indigna esattamente come nei cori da stadio. Ma lei ci ha riflettuto a lungo, come già aveva fatto a maggio quando alla fine scelse di correre con Fabrizio Ferrandelli come assessore designato.

A BlogSicilia Rosi Pennino racconta come è nata una candidatura che forse travalica anche la sorpresa. “E’ dai tempi della campagna elettorale per le comunali che Gianfranco Miccichè chiedeva a fabrizio Ferrandelli il mio numero di telefono e io lo evitavo quasi come fosse la peste – racconta scherzando Pennino -. Avevo detto a Fabrizio ‘non glielo dare’. In fondo avevo di Miccichè come di tanti altri uomini di Forza Italia l’immagine del mostro a più teste o giù di lì. Poi un giorno la campagna elettorale ci ha fatto ritrovare insieme in una manifestazione e ho scoperto una persona normale, perfino di grande simpatia”.

Sembrava che tutto fosse finito lì con l’insuccesso elettorale di Ferrandelli e dunque capitolo chiuso. Invece le strade del destino (o la caparbietà spinta fino al limite del carattere di Rosi Pennino) sono lastricate di coincidenze. L’elezione di Miccichè a Presidente dell’Ars fornisce l’occasione “Ho deciso di portare al Presidente dell’Assemblea una serie di questioni. Quelle tradizionali di cui io mi occupo da tutta la vita – dice ancora Rosi Pennino – ho deciso di parlargli delle questioni della disabilità delle diseguaglianze e delle cose che il Parlamento può fare. Avrei potuto portarle a un deputato per spingere su un disegno di legge ma pensavo che questi temi non hanno colore politico e non devono averne e quindi potevano essere non proposte di qualcuno ma della Presidenza, insomma proposte istituzionali”.

Da qui comincia il percorso a sorpresa perchè la ‘pasionaria di sinistra’ non si aspettava la proposta per una candidatura “Nessuno mi ha promesso niente, mi hanno solo detto perchè non li porti tu questi temi in Parlamento. Ma non solo quello regionale, quello nazionale”.

Collegi blindati non ce ne sono e Miccichè e Milazzo hanno anche detto chiaramente che la campagna sarà difficile “Sono stati chiari con me. Mi hanno detto che i posti blindati erano riservati per chi in questi anni è rimasto a bordo anche stando all’opposizione. Ma ho visto rispetto e riconoscimento dell’impegno fin qui messo in campo. Cose che nel mio partito non avevo mai visto”.

“Ho conosciuto bei percorsi e gratificazioni sempre da chi non veniva dalla mia storia – scrive poi in una lettera aperta – lo dico con amara serenità e con affetto, ma onestamente sono stata volutamente fatta diventare invisibile, ho lasciato tessere e partito da anni e certamente nessuno si e strappato i capelli…anzi forse ha tirato un sospiro di sollievo, invitata e riconosciuta in lungo ed in largo a livello regionale e nazionale per battaglie vinte e percorse…portatrice di consensi mio malgrado sono stata comunque resa invisibile..”

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“Non chiedetemi i perchè della mia scelta, PERCHE IO RESTO LA PASIONARIA CHE SONO. Chiedete agli uomini del Pd i perchè della loro non scelta. Non chiedete – conclude – a Miccichè perchè mi ha scelto, fategli solo i complimenti”.

“Mi sono vista passare a sinistra – dice ancora in un passaggio della sua lettera Rosi Pennino –  figli, nipoti, portaborse, uomini e donne collocati a destra saliti sul carro e radical chic della sinistra di una Palermo che nasce e muore nel quadrilatero abbandonando le periferie”. Una bella strigliata al Pd, non c’è cosa dire.

“Donne, donne con professionalità e passione politica, questo il segno delle candidature di Forza Italia in particolare nella mia Sicilia Sud-Orientale. Una “valanga rosa” che intende giocare sulla qualità politica una campagna elettorale che altri vogliono giocare su demagogia e populismo” commenta Stefania Prestigiacomo – c’è anche una novità di grande rilievo politico nelle liste del proporzionale della Sicilia sud orientale. Si candida con Forza Italia Rosi Pennino, una donna con una storia di impegno nelle battaglie per l’inclusione dei disabili, per una società di uguali non di diversi. E’ una persona di valore che viene da una storia politica diversa dalla nostra e che accogliamo con piacere e onore nelle nostre liste, contando sulla sua passione e competenza per arricchire e implementare il nostro impegno nel sociale. A me l’onore di guidare la lista proporzionale della camera del partito fondato e guidato da Silvio Berlusconi che ho contribuito a far nascere e organizzare in Sicilia con Gianfranco Micciche. Sarà una campagna appassionante in cui metteremo tutto il nostro impegno e soprattutto il nostro cuore di siciliani”

Ma di donne nella lista azzurra ce ne sono altre ed è sempre la Prestigiacomo a indicarle tutte “Mariella Muti, ex soprintendente, ex assessore comunale, è stata docente universitario di teoria e storia del restauro, protagonista e artefice dell’inscrizione nel Fondo Mondiale Unesco di Siracusa e della Val di Noto. Nicoletta Piazzese è una giovane avvocato esperta in materia ambientale, da sempre schierata con Forza Italia. Daniela Armenia è una manager impegnata nel sociale. Catia Bruno, da anni attivista del centrodestra nel ragusano, è una esperta di politiche europee”.

“Nel proporzionale al Senato Gabriella Giammanco, parlametare uscente che si è battuta in questi anni per la difesa dei bambini promuovendo l’istallazione di telecamere anti-abusi negli asili”.

Insomma il partito  he sembrava essere a corto di donne dal cilindro ne ha tirate fuori ben più del previsto.

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