Questa mattina presso l’Aula Magna del Campus Universitario di viale delle Scienze, si è svolta l’iniziativa “Una sciarpa rossa contro la violenza sulle donne”, tavola rotonda organizzata dall’ateneo palermitano e dalla Questura di Palermo.
Contestualmente, la postazione mobile della Polizia di Stato, il Camper della campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore” con all’interno un’equipe di operatori specializzati della Questura ha stazionato nello spazio prospiciente l’edificio 7 del Campus, offrendo agli studenti la possibilità di confrontarsi, anche in modo riservato, con i componenti dell’equipe multidisciplinare e segnalare eventuali situazioni di disagio o episodi di violenza di cui fossero stati testimoni o vittime.
Al dibattito tenutosi nell’aula universitaria è intervenuto anche il Questore di Palermo, Renato Cortese, che ha tenuto a sottolineare l’instancabile impegno della Polizia di Stato sul tema della prevenzione al fenomeno del femminicidio e, più in generale, della violenza sulle donne.
Elementi tangibili di tale impegno e di come esso venga da lontano sono l’apertura in tempi non sospetti (1999) di una apposita sezione all’interno della Squadra Mobile, l’esistenza di un protocollo, denominato “Eva”, che registra e cataloga queste tipologie di interventi dei poliziotti, così da consentir loro di sapere con immediatezza se in quell’appartamento si sia già consumata una violenza e la predisposizione, in ogni Commissariato, anche di provincia, di uno spazio “neutro” ove ogni donna vittima di violenza può trovare poliziotti specializzati ad ascoltarla.
Tra i relatori della tavola rotonda anche il Vice Questore Rosaria Maida, responsabile della Sezione “Reati sessuali e in danno di minori” della Squadra Mobile di Palermo, la quale si è soffermata sugli aspetti socio-giuridici che connotano il concetto di violenza di genere, illustrando poi all’interessato uditorio le nuove metodologie di approccio con le vittime e le strategie di prevenzione e d’indagine sul fenomeno messe in campo dalla Polizia di Stato ed invitando, al contempo, i giovani studenti ad accostarsi senza timori o remore agli uffici di Polizia, non solo per denunciare, ma anche semplicemennte per ricevere un consiglio o per avere informazioni sul fenomeno.