Una patente di ‘non infetto’ rilasciata attraverso un test rapido all’ingresso in Sicilia oppure attraverso una certificazione di aver eseguito il test prima di partire. La Sicilia vuole impedire l’ingresso nella Regione delle persone provenienti da altri Paesi o anche da altre Regioni italiane che non abbiano, oltre ai documenti di riconoscimento e di viaggio, i documenti di salubrità.
Una patente anti contagio che rischia di far esplodere uno scontro fra Stato e Regione quando mancano meno di dieci giorni alla riapertura delle frontiere nazionali (e regionali se così si possono definire).
Lo scontro avviene su più fronti. Da un lato c’è lo scontro normativo visto che lo Stato ha la titolarità esclusiva per Costituzione sulla libera circolazione e sui protocolli sanitari anti contagio. Insomma alle Regione, tutte anche quelle a Statuto Speciale, non è consentito impedire la libera circolazione delle persone e delle merci quando questa sia consentita dallo Stato. E sulle misure di profilassi internazionale, anche quelle, la competenza è statale. Dunque sul fronte normativo non sembrano esserci dubbi sulla competenza anche se la Sicilia potrebbe tentare di forzare le norme e approvare una legge regionale in forza del proprio Statuto e resistere ad ogni opposizione sia essa davanti al tar che davanti alla Corte Costituzionale e nel frattempo farla applicare. ma sarebbe una forzatura con profili di responsabilità personale del presidente che la promulga.
C’è poi una questione di opportunità che è di duplice aspetto. Primo aspetto l’illogicità di un provvedimento verso il quale sembra lo Stato voglia andare, di un libera circolazione per tutti. E’ indiscutibile che l’epidemia non sia uguale sul territorio nazionale, La Sicilia viaggia verso il contagio zero, la Lombardia ne è ben lontana. Dunque la libera circolazione fra queste due regioni è palesemente illogica e rischia di espandere il contagio di nuovo. Andrebbe regolamentata. Che lo faccia lo Stato se non vuole che sia la regione a farlo.
Il secondo aspetto di opportunità va, invece, nella direzione opposta. Una regione che vive di turismo e che ha l’esigenza forte di rilanciarlo con una patente del genere rischia, invece, di scoraggiarlo. E’ vero che il turista tenderà ad andare la dove il contagio è basso p inesistente e ancor di più se ci sono controlli anti Covid che rendono l’area Covid free ma è anche vero che non prenoterà un viaggio con il rischio di atterrare, essere sottoposto ad un test in base al cui esito potrebbe essere rimandato a casa. Peraltro un test che non accerta con certezza il contagio ma solo se il soggetto è stato o meno a contatto con un qualsiasi Coronavirus della medesima famiglia non per forza il SARS COV 2 o Covid19.
Infine ci sono i democratici puristi che già urlano alle norme discriminanti, alla marchiatura come per gli ebrei ai tempi delle leggi razziali. Un paragone quantomeno azzardato ,a un tema, quello della discriminazione, che sta prendendo sempre più piede.
Uno scontro che sarebbe opportuno risolvere alla fonte con coerenza e praticità oltre che con provvedimenti ragionevoli da parte dello Stato che dovrebbe finalmente accettare che non si può trattare le regioni a maggiore contagio esattamente come tutte le altre, errore commesso più volte e coscientemente durante questa emergenza spalmando su tutto il Paese problemi che sono sempre stati solo di una parte di esso
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