La riforma dell’Urbanistica continua a restare un condono mascherato anche se è stato modificato e ammorbidito. Ne sono convinte le associazioni ambientaliste che tornano ad attaccare il disegno di legge in discussione all’Ars.
Dopo la pioggia di emendamenti, un migliaio, e la polemica fra Pd e maggioranza, tornano protagonisti i temi della riforma invece dell’ostruzionismo d’aula
Il nuovo attacco viene da Legambiente “Il presidente Sammartino e la Commissione che presiede hanno deciso di andare avanti, definendo un disegno di legge che sconquassa la gestione dei Beni culturali. Il testo ha ricevuto tantissime critiche – sostiene Gianfranco Zanna – sono state raccolte oltre 5mila firme e contrari sono autorevoli esponenti del mondo della cultura, direttori di musei e gallerie, docenti universitari, esperti del settore, le associazioni culturali della regione e non solo. Con grande ipocrisia e senza alcun pudore si sostiene perfino che sono stati presi in considerazione i diversi orientamenti espressi nei documenti e nelle audizioni. Ma quando mai! Il testo, in molte sue parti, è perfino peggiorato”.
Ma l’affondo è perfino più violento “E poi, la grande disonestà intellettuale di annunciare il ritiro della parte riguardante i piani paesistici: è invece rimasta tale e quale, tranne che, sulla carta, li dovrebbe continuare a redigere l’Assessorato ai Beni culturali. Ma questi signori lo sanno che ormai l’80 per cento del territorio della regione, isole minori comprese, è già normato dai piani paesistici realizzati con fondi europei? Che fine farà questo importantissimo lavoro? Ribadiamo la nostra ferma e dura contrarietà a questo obbrobrio giuridico, che, se fosse approvato dall’Aula, causerebbe solo il caos nel delicato mondo dei Beni culturali siciliani”.
E intanto la Cgil Sicilia chiede il ritiro del ddl sulla gestione e tutela dei beni culturali e un nuovo confronto nella Commissione competente dell’Ars. “Dopo le innumerevoli critiche venute da sindacati, esperti, mondo della cultura e associazioni- dice Mimma Argurio, segretaria regionale Cgil- il Governo si era impegnato a ritirare il ddl. Questo non è stato fatto – sottolinea- si è anzi andati avanti in commissione con l’approvazione di emendamenti a nostro avviso peggiorativi”.
Per la Cgil il confronto deve mirare a “definire un quadro normativo coerente e questo soprattutto per quanto riguarda i piani paesistici, tenendo anche conto della necessità di raccordo con la
normativa europea che già interviene sui piani paesistici di gran parte della Regione, per non creare sovrapposizioni, interventi dissonanti e in definitiva caos”.