“Siamo stanche di dovere intervenire con cadenza quasi annuale per contrastare disegni di legge del governo regionale che cercano di mortificare la presenza delle donne nelle istituzioni!”

Esordisce così Milena Gentile, Presidente dell’associazione Emily che da oltre un decennio è in prima linea per affermare la democrazia paritaria in Sicilia.

Le donne in giunta

In questi giorni si è registrata un’impennata dell’attenzione mediatica anche nazionale sul ddl Enti Locali in discussione all’Assemblea regionale siciliana, che vorrebbe bloccare al 20% la presenza delle donne nelle giunte comunali. Domani è previsto un sit-in di protesta a partire dalle 12 a piazza del Parlamento.

“Anche questa volta le persone hanno dimostrato di essere più avanti di chi le governa. Agli appelli trasversali lanciati dalle associazioni e da tante esponenti politiche e della società civile ha aderito un enorme coro femminile di indignazione cui si è unita anche la voce di tanti uomini che non sono più disposti ad accettare questo oltraggio alla democrazia e che intendono denunciare l’ennesimo arrogante tentativo di usare l’autonomia siciliana per garantire rendite di posizione consolidate” – continua Gentile.

L’appello

“Oltre che vergognoso, è preoccupante questo ostinato rifiuto nei confronti degli strumenti di riequilibrio di genere che sono obbligatori per le altre regioni d’Italia, in applicazione di principi costituzionali e di diritto consolidati da tempo nell’ordinamento nazionale e internazionale. Non a caso la Sicilia è rimasta quasi l’unica regione a non avere ancora approvato nella legge elettorale per l’Assemblea regionale la doppia preferenza di genere che siamo riuscite a far approvare per i Comuni già nel 2013, ma l’abbiamo dovuta difendere con occupazioni dell’ARS, appelli e manifestazioni varie da emendamenti abrogativi che dal 2016 al 2021 sono circolati costantemente nelle Commissioni dell’ARS”.

“Oggi chiediamo non solo che sia garantito almeno il 40% di donne nelle giunte comunali, come previsto dalla legge Del Rio, ma che vengano inserite nel ddl anche adeguate penalità per quei sindaci che non vorranno rispettare l’equilibrio di genere. Vedremo se le forze politiche rappresentate all’Assemblea regionale saranno in grado di fare questo salto di qualità dimostrandosi all’altezza della sfida lanciata da associazioni che rappresentano mondi diversi e realtà civiche anche distanti tra loro”. Lo dichiara Milena Gentile, Presidente dell’Associazione Emily.

L’appello è stato promosso, oltre che dall’Associazione Emily, anche da Ande Palermo, da Mezzocielo, da Arcidonna e dalla Rete rete nazionale per la democrazia paritaria Noi Rete Donne.

Chi ha sottoscritto l’appello

Fino a questo momento hanno sottoscritto l’appello le seguenti associazioni nazionali e regionali: Fondazione NILDE IOTTI, Ande nazionale, UDI Catania, Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale – Udipalermo onlus, Coordinamento Donne Le Acli Palermo , Le Rose Bianche, Centro Studi Pio La Torre, Azione Cattolica Italiana – Federazione regionale della Sicilia, Fidapa Palermo Mondello, Legambiente Palermo Futura, Zonta Palermo Zyz, Politiche Centrate sulla Persona, Governo di Lei, Ande Marsala, Il Rumore delle Idee – Marsalab, Associazione F. Beninati Sezione Noi, Associazione LAB.ZEN 2, Associazione La Brigata Rosa, European Women’s Management Development, Centro Amazzone, Donne Insieme APS, METE APS, Quarto Tempo, FEMMINISTORIE Documentazione & Memoria Progettuale Catania , Xinergie, Rete Donne Costituenti Puglia, Centro Antiviolenza Casa di Venere, Ladynomics, Federazione Italiana La Terra di Mezzo, Fare Stormo- il cerchio delle donne- ETS, Le Gemme – I Segni di Venere, Comitato Pari Opportunità – Marsala, Associazione Femminile Maschile Neutro, Associazione Archivia. Donne in Relazione.