Ultima settimana per potere visitare alla Chiesa di Santa Eulalia dei Catalani – sede dell’Instituto Cervantes, via Argenteria Nuova 33 – la mostra Con la boca abierta di Cristina García Rodero. Nei settanta giorni di esposizione sono stati più di 2500 i visitatori – di cui il 30 per cento stranieri – che hanno potuto ammirare gli scatti in bianco e nero della fotografa spagnola.
Gioia. Stupore. Paura. Noia. Dolore. Rabbia. La dimensione emotiva declinata in un’unica rappresentazione visiva. E’ questo il filo conduttore degli scatti che hanno fatto il giro del mondo.
Prima donna spagnola a far parte della prestigiosa agenzia Magnum, Cristina Rodero nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti. Su tutti il Premio Nacional de Fotografía (1996) e tre World Press Photo (1993, 1997 e 2008), tanto da diventare un riferimento obbligatorio nel mondo della fotografia documentaristica e artistica. I suoi lavori sono stati esposti in prestigiose sedi di tutto il mondo e fanno parte di numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il Museo del Prado, il Museo Nazionale Centro di Arte Regina Sofia, il Museo Marugame Hirai di Marugame (Giappone), il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la W. Eugene Smith Memorial Foundation, la George Eastman House di Rochester, il Museum of Fine Arts di Houston, il Fond National d’Art Contemporaine di Parigi.
“Con la boca abierta” – promossa dall’Instiuto Cervantes con il CEART (Centro di Arte Tomás e Valiente di Fuenlabrada, Madrid) – è la prima retrospettiva tematica di Cristina García Rodero e ne raccoglie le opere partendo dai primi lavori fotografici di fine anni Settanta fino a quelli più attuali. La mostra è composta da circa cinquanta fotografie in bianco e nero, scelte tra le oltre trentamila passate al vaglio prima dell’esposizione.
La quantità di scatti fotografici che la Rodero realizza nei suoi reportage è così estesa che, prima o poi, nei suoi negativi, appaiono personaggi che sbadigliano, gridano, si meravigliano, ridono a crepapelle o fanno smorfie di dolore, in un infinito di varianti che lasciano a bocca aperta gli spettatori così come i protagonisti delle sue istantanee.
Un viaggio attraverso quarant’anni di carriera, dagli angoli più vicini alla sua città natale, Puertollano, fino a quelli più sperduti del globo, passando per avvenimenti attuali come il Burning Man Festival in Nevada o le Love Parade in Germania. Dal carattere più etnografico e rurale a quello più avanguardista.
Tutto ciò senza perdere il tocco di genialità nel suo modo di raccontare quello che succede nel mondo, e che le ha dato l’opportunità di essere la prima fotografa spagnola nella prestigiosa Agenzia Magnum. La mostra comincia con una foto della nascita di un bambino che, all’esalare il suo primo respiro, ci consegna il principio di tutto; da lì navigheremo tra i più intimi sentimenti dell’essere umano, catturati magistralmente dalla profondità e dalla verità che Cristina García Rodero impronta nel suo lavoro, terminando il viaggio fotografico con l’ultimo sospiro di una veglia funebre in Georgia.
La mostra – sarà visitabile gratuitamente fino a venerdì – dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Venerdì, solo la mattina.
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