All’indomani dello spoglio delle sezioni che ha decretato la vittoria della coalizione di centrodestra e l’elezione di Renato Schifani a presidente della Regione siciliana, dai sindacati iniziano ad arrivare appelli e richieste per il neo presidente.
“Schifani sia voce dei siciliani”
“Non è vero che l’Italia va a due velocità, la Sicilia è ferma. Anzi, arretra. Lo abbiamo detto al nostro congresso, lo ripetiamo a maggior ragione oggi augurando buon lavoro al nuovo presidente della Regione. A lui chiediamo una piccola rivoluzione: sia voce dei siciliani in tutte le sedi istituzionali, nazionali e internazionali, perché finalmente i siciliani abbiano ciò che meritano. Rispetto e pari opportunità!”. Lo afferma Luisella Lionti, segretaria generale della Uil siciliana, in una lettera aperta di “buon lavoro” al neoeletto presidente della Regione Renato Schifani.
Venga nelle zone abbandonate dalla politica
E giunge subito un invito per Schifani. “Presidente, la attendiamo a Termini Imerese e dinanzi agli stabilimenti dei poli petrolchimici di Siracusa, Gela e Milazzo, alla Zona industriale di Catania e nei cantieri delle molte incompiute di Sicilia. La aspettiamo nei luoghi della Formazione dimenticata e della Sanità negata, nelle aree agricole segnate dalle devastazioni ambientali e dall’indifferenza politica, negli uffici pubblici sempre più a corto di personale ma sempre più essenziali per garantire a tutti, veramente a tutti, il diritto di cittadinanza”.
Il confronto con Schifani
La Uil siciliana chiede il confronto con il governatore siciliano eletto il 25 settembre. “Giovani, donne e anziani sono i più deboli in questa terra di debolezze e speranze, orgoglio e disagio. A giovani, donne e anziani è stato chiesto il voto e sono state fatte promesse. È tempo di mantenere, finalmente, gli impegni. Chiediamo soltanto di poter discutere seriamente di politiche sociali e politiche attive del lavoro. Senza, peraltro, dimenticare che di lavoro si continua a morire. Per incidenti che, come ha esclamato il nostro leader nazionale Pierpaolo Bombardieri, è più giusto chiamare omicidi!”.
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