Di solito la casa francescana di Baida a Palermo offre la sua ospitalità ai pellegrini. Adesso, a causa dell’emergenza guerra ha aperto le sue porte ai profughi ucraini.
Dai bunker dell’Ucraina alla pace delle comunità siciliana. E’ il viaggio di Victoria Koval, arrivata in Sicilia insieme al figlio. “I nostri bambini dormivano nei bunker. Noi ascoltavamo gli spari e le esplosioni dalla mattina alla sera. Senza un attimo di tregua”. E’ il racconto di Victoria Koval, una profuga ucraina che con il figlio ha trovato ospitalità a Palermo nel Centro di Spiritualità dei Frati Minori di Sicilia di Baida. Il centro accoglie già una ventina di profughi fuggiti dall’Ucraina. Tanti i volontari che aiutano fra Loris D’Alessandro, incaricato a gestire quest’accoglienza dal provinciale fra Antonino Catalfamo. “Quando siamo arrivati qui, mio figlio ha detto, mamma guarda c’è il sole, ci sono gli uccelli, tutto tranquillo, nessuno spara”, racconta Victoria. “Ho saputo dell’inizio del conflitto da una telefonata che è giunta nel cuore della notte”, continua, spiegando di essere stata salvata da quello squillo familiare: “mia sorella mi ha chiamato, dicendo di sbrigarmi perchè era iniziata la guerra. Così ci siamo vestiti e siamo scappati subito. Soltanto il tempo di prendere i documenti”.
Nei ricordi di Victoria c’è il color arancione. Che non è quello della rivoluzione colorata del decennio scorso. “Il cielo anche di notte era color arancione, per le esplosioni che si susseguivano una dietro l’altra. L’attacco è partito anche dal confine con la Bielorussia, Sono passati dalla città dove vivo perchè è sulla strada che porta a Kiev”. “Il mio paesino non c’è più”, dice mentre mostra le immagini dal suo smartphone che mostrano interi quartieri sventrati e anneriti dai combattimenti.
“Qui stiamo bene, è tutto tranquillo ma noi vogliamo tornare in Ucraina, la nostra casa è in Ucraina”, conclude Victoria. La rete dei frati minori siciliani oltre ad offrire ospitalità a chi scappa dalla guerra, ha lanciato una raccolta fondi per i profughi. Per i frati, “stiamo assistendo a una gara di solidarietà per i profughi”.
Per quanti lo desiderano c’è la possibilità di sostenere l’accoglienza tramite una donazione:
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