Nell’ordinanza dell’operazione Iago con la quale venne disarticolato il mandamento Zisa ed evitato l’omicidio di Giuseppe Danotti, quest’ultimo veniva soprannominato Gano di Magonza, personaggio della “Chanson de Roland”.
Così lo definivano nelle intercettazione ambientali registrate nel carcere di Parma del 2013 durante un colloquio in carcere tra Giovanni Di Giacomo, detenuto e il fratello Giuseppe ucciso allo Zisa nel 2014.
“Giovanni Di Giacomo parlando con il fratello Giuseppe riferiva – si legge nel provvedimento dell’operazione Iago del 2014 -, che “Peppino” (Giuseppe Dainotti), che in passato era stato incaricato da Cancemi di tendergli una trappola per ucciderlo. Giuseppe Dainotti aveva incaricato Giovanni di portare una persona ad un determinato appuntamento, ma Di Giacomo aveva fiutato qualcosa e non aveva ottemperato alla richiesta”. Per i due fratelli Dainotti era “traditore nelle carni”. Giacomo continuava ad avere un rapporto epistolare con Dainotti per cercare di non destare sospetti sul rapporto che ormai si era incrinato con lui.
Il boss in carcere criticava anche la vita condotta da Dainotti. “Giovanni Di Giacomo nel corso delle conversazioni con il fratello – si legge nel provvedimento della Dda del 2014 – stigmatizzava il comportamento di Dainotti reo di avere sposato che in passato aveva avuto una relazione sentimentale con Francesco Scrima, attualmente collaboratore di giustizia.
Giovanni Di Giacomo riferiva che la donna in argomento aveva e stava sperperando tutti gli averi di Giuseppe Dainotti, precisava che un non meglio indicato forno e un magazzino sito nei pressi della via Costantino Lascaris erano di proprietà di quest’ultimo. Giuseppe Dainotti, nato a Palermo il 18 febbraio del 1950, e residente via Cipressi al numero 117”.
Secondo la letteratura. Gano era patrigno di Orlando quindi cognato di Carlo Magno, avendo sposato la madre di Orlando, Berta, sorella di Carlo Magno, dopo la morte del marito, Milone, per mano dei Saraceni. Pur essendo uno dei paladini del re, Gano tradisce la propria patria svelando ai Saraceni il modo per cogliere di sorpresa a Roncisvalle la retroguardia franca di ritorno dalla Spagna. Dante Alighieri lo colloca nell’ultimo cerchio dell’Inferno tra i traditori della patria. Gano di Magonza fa anche parte dell’opera dei pupi siciliana.
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