Tutti salvi, almeno per altri sei mesi. Qualcuno un poco di più, qualcuno un poco di meno. Sono i siciliani ex Almaviva che hanno prestato la loro opera durante il Covid19 per il centralino dell’emergenza e la cui cassa integrazione è scaduta il 31 dicembre scorso.
Firmato a Roma il protocollo d’intesa
A Roma è stati firmato il protocollo d’intesa che applica la proposta regionale di salvataggio. Ammortizzatori sociali fino al 31 luglio per tutti i 491 lavoratori di Almaviva e avvio del progetto della Regione Siciliana che coinvolge 130 di loro in un percorso di assunzione nelle due centrali operative di Palermo e Catania per il servizio “116117” della sanità pubblica.
Sono questi i due punti dell’accordo firmato fra azienda e sindacati, dopo l’intesa raggiunta venerdì scorso con i ministeri del Lavoro e delle Imprese. Alla riunione hanno partecipato i dirigenti generali dei dipartimenti della Regione siciliana alla Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, e del Lavoro, Ettore Foti, il capo di gabinetto dell’assessorato delle Attività produttive Maurizio Caracci, il capo di gabinetto vicario dell’assessorato del Lavoro Vincenzo Cusumano, e il responsabile del controllo di gestione dell’assessorato della Salute Vincenzo Ripellino. Presenti anche i rappresentanti delle altre regioni coinvolte: Calabria, Campania, Lazio e Lombardia.
L’impegno personale di Schifani
“Ho seguito fin da subito con apprensione e in prima persona la vicenda di Almaviva – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani –. La priorità del mio governo è quella di assicurare dignità a tutti i lavoratori. Da parte nostra, confermiamo l’impegno per l’iniziativa che coinvolgerà 130 dipendenti, per un futuro più sicuro. L’accordo Stato-Regione di fine novembre 2024 mette a disposizione 30 milioni di euro per un progetto di utilità sociale rivolto ai cittadini siciliani che dà sicurezza a questi lavoratori. Per tutti gli altri, speriamo nell’attivazione di altrettanti progetti a lungo termine”.
Durante la riunione di oggi, anche le Regioni Lazio e Campania hanno espresso interesse per il percorso avviato dalla Sicilia.
L’assessore Albano
“L’accordo siglato – aggiunge l’assessore al Lavoro, Nuccia Albano – rappresenta un nuovo importante tassello della vicenda Almaviva. Abbiamo sempre dimostrato grande attenzione nei confronti dei lavoratori, supportandoli con azioni concrete e continueremo a lavorare con determinazione per garantire stabilità e opportunità di crescita a tutti. La priorità del governo Schifani è stata e continuerà a essere la lotta al precariato, in alcuni casi anche ventennale, con la chiusura di vertenze storiche. Abbiamo già messo la parola fine a tante vicende, come quella degli ex Pip, dei lavoratori Asu ed ex Blutec, e proseguiremo in questa direzione: stiamo ridando dignità a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie”.
Il progetto e le centrali operative
Ma in cosa consiste il progetto regionale? La Regione intende attivare due centrali operative del 116117, una a Palermo e l’altra a Catania, impiegando, accanto a medici e infermieri, anche personale non sanitario con specifiche qualifiche professionali che si occupi di funzioni di contact center e di supporto nella gestione e sviluppo dell’applicativo web per le telefonate al numero unico.
Il 116117 in prospettiva sarà il Numero unico Europeo Armonizzato (NEA) per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassa intensità o priorità di cura. Di atto una sorta di Cup unico regionale avanzato.
In questo contesto, sarebbe utilizzato il personale ex Almaviva, d’intesa con l’operatore economico privato chiamato a gestire il servizio, con anche la possibile integrazione dei Cup esistenti a livello di singole aziende sanitarie ed ospedaliere. La road map per l’attivazione del numero unico prevede la presentazione del progetto, entro la fine di gennaio 2025, al ministero della Salute. Una volta definito l’iter, entro prevedibilmente il primo semestre dell’anno, e con un finanziamento statale di 30 milioni, stabilito dall’Accordo stipulato in sede di Conferenza Stato-Regioni, si potrà dare concreta attuazione al progetto. I fondi statali consentiranno la sostenibilità economica per un periodo iniziale di quattro anni, consentendo il raggiungimento di un duplice obiettivo: l’attivazione di un servizio obbligatorio di pubblica utilità e l’impiego di personale qualificato in ambito di tecnologie dell’informazione (Ict) e di contact center, oltre che nei Cup.
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