Lo ha detto ieri a Catania, lo ha ripetuto oggi, fra le righe, a Palermo anche se arrivando di interviste non se ne può parlare. Ma qualcosa ha detto ai giornalisti entrando e poi alla platea: “Saranno mesi faticosi ma anche belli perché c’è un clima entusiastico. Sarà bello andare ovunque a parlare delle ragioni del Sì al referendum. Lo faremo nelle scuole, nei mercati, nelle piazze, con la gente e fra la gente non solo nei dibattiti politici. Le riforme costituzionali hanno raggiunto un primo obiettivo importante che è quello di riportare la gente alla politica per parlare e per dibatterne”
ma quello che ha ribadito è il messaggio più politico ‘Il sì o il no al referendum di ottobre non sarà un voto sull’operato del governo’. Maria Elena Boschi, il volto ‘dolce’ del decisionista governo Renzi prova, dunque, a smorzare i toni scelti dal ‘suo’ Premier per questa campagna referendaria che è essenziale per Renzi e per la tenuta del suo modello nei prossimi forse vent’anni.
Lui, il Premier, era stato chiaro: “Se non passa questo referendum mi dimetto e mi ritiro dalla politica”. Che lo faccia davvero è improbabile ma se il referendum dovesse bocciare la Riforma Costituzionale i problemi per il sistema Renzi sarebbero tanti e non soltanto legati alla’ figuraccia’. per questo il premier segretario nei giorni scorsi ha mandato a dire a tutti che chi fa votare ‘no’ è fuori dalle sue grazie se non dal partito.
La possibilità che deputati e senatori votino e facciano votare ‘no’ c’è ed è consistente. Insomma Renzi il nemico da questo punto di vista lo ha in casa e potrebbe non essere solo la minoranza Dem, ma proprio i suoi potrebbero fare ciò che non vorranno mai confessare.
Anche per questo è la Boschi ad aprire la difficile campagna referendaria nella difficilissima Sicilia, ed è lei a spostare l’attenzione sui temi più popolari e populisti ovvero il risparmio in termini economici dal taglio di una Camera e la possibilità di fare leggi più veloci. ma a spingere anche su altri aspetti come il potere crescente agli eletti nelle regioni e nelle Città metropolitane che accedono al senato come senatori (o quantomeno una parte possono accedervi).
Ma ieri a Catania ha commesso il primo errore quando si è blindata senza rispondere ai giornalisti all’uscita dalla sala dopo essere stata ‘ripresa’ da uno studente non proprio sprovveduto. una scelta che non le ha fatto guadagnare simpatie così come la scelta di essere inavvicinabile. E gli strascichi rimasti a Catania non sono certo quelli di un partito unito e pronto ad andare compatto al voto
A Palermo è arrivata in grande ritardo alla Tonnara Florio Maria Elena Boschi per la prima iniziativa politica palermitana assieme a Luciano Violante, all’incontro organizzato dal Pd siciliano e moderato dal direttore del TG1 Mario Orfeo, sul tema “La Nuova Italia”, nell’ambito delle iniziative referendarie.
Solo alle 11,40 il Ministro si sedeva accanto al direttore del Tg1 per avviare il dibattito. Alla sua sinistra (chissà se è un caso) Luciano Violante. L’obiettivo politico appare chiaro ed è quello di dar vita a 100 comitati per il sì nel Palermitano senza che tutti abbiano il marchio del Pd ma l’obiettivo ancora più ambizioso e portare questi comitati per il Sì a mille in Sicilia.
Ma la Boschi si è anche giustificata per il ritardo. Prima del dibattito ha voluto incontrare i lavoratori di Almaviva. una decina di persone in delegazione con le quali si è intrattenuta, comunque, pochi minuti.
“Questa riforma Costituzionale non può essere patrimonio del solo Parlamento – ha detto il Ministro – ma deve coinvolgere tutti e riguardarci come cittadini. Avremmo potuto, come governo e come maggioranza, evitare il referendum, invece lo abbiamo voluto perchè pensiamo che sia giusti discutere di un nuovo Rapporto tra Stato e Regioni, eliminando definitivamente le Province, e farlo tutti insieme ascoltando la voce dei cittadini attraverso questa campagna e il voto referendario”.
Alle 12, poi, appuntamento a Villa Magnisi, per la presentazione del libro “Sottosopra. Come rimettere la Sicilia sulle sue gambe” di Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, quel renziano di ferro che tiene le redini del renzismo siciliano. Altra scelta significativa quella di presenziare a questa presentazione che non è la prima e non sarà l’ultima per il libro di Faraone usato come strumento per un tour più politico che letterario, insomma una sorta di campagna elettorale anticipate per mettersi sul territorio in vista proprio della riforma che cambierà il rapporto della politica con le elezioni.
Nel pomeriggio Maria Elena Boschi è stata ancge a Trapani per partecipare a un incontro sul referendum costituzionale sempre insieme a Faraone e, stavolta, alla senatrice Pamela Orrù, promotrice dell’iniziativa insieme all’Unione provinciale del Partito Democratico.
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