“Si continuano a registrare, nel solo anno in corso centinaia di aggressioni a uomini delle Forze dell’Ordine, divenute talvolta tragedie, come accaduto recentemente a Roma con l’uccisione del Sottufficiale dell’Arma del Carabinieri Mario Rega nell’esercizio delle sue funzioni.
Negli ultimi 20 anni, l’organico della Polizia di Stato, si è ridotto di oltre il 15% e la Sicilia segue lo stesso trend visto che, solo a Palermo mancano almeno 600 agenti”.
Il segretario regionale del sindacato di polizia Maurizio Senise del Coisp ha la sua ricetta per cercare di ricoprire in parte i vuoti in organico.
“Ad oggi, – ribadisce il Segretario- due aliquote di personale prontamente disponibile, rispettivamente 61 e 161 militari, già risultati idonei alle selezioni per rivestire la qualifica di Agente della Polizia di Stato, non sono stati ancora assunti e quindi non assorbiti dalla graduatoria a scorrimento per un vizio di natura legislativa che, nello specifico, dovrà essere superato al più presto per non disperdere ulteriori risorse umane e tutelare il diritto all’assunzione di uomini e donne dalle forti motivazioni”.
La carenza di personale, di mezzi e risorse, è tale da costringere i poliziotti a turni massacranti e sempre più spesso soggetti a stress lavoro-correlato. Ciò riguarda anche il personale inquadrato nei settori burocratici che spesso viene impiegato in servizi legati al controllo del territorio, tutto questo incide negativamente sul funzionamento dell’apparato amministrativo che si avvia verso il collasso.
“Inoltre, la carenza di auto e divise – prosegue Senise – vede le prime in parte vetuste e spesso ricoverate per guasti senza alcuna sostituzione, e le seconde, usurate negli anni, senza la possibilità di sostituzione per l’endemica mancanza di taglie.
Non è più possibile – conclude Senise – attendere ancora oltre un reale potenziamento di tutto l’apparato Sicurezza in Sicilia come nel resto del Paese, al fine di adeguarne gli organici ed offrire ai Servitori dello Stato tutti gli strumenti necessari a garantire la propria l’incolumità e la stessa vita, quotidianamente sempre più esposta a rischi inaccettabili”.