“Il problema di Palemmo è il ciaffico”. Da questa sempreverde citazione di Johnny Stecchino il Capoluogo siciliano non riesce proprio a uscirne fuori. La “piaga” del traffico sembra quasi impossibile da risolvere. Nessun sindaco, né tantomeno i vari assessori che si sono succeduti, hanno saputo risolverlo con interventi mirati. E dire chi i fondi e i progetti (arrivati persino al livello Esecutivo) c’erano eccome! Ma i soldi negli anni si sono persi (si veda gli ex Agensud). C’è chi dice per carenza di organico al Polo Infrastrutture, c’è chi dice per negligenza. Sta di fatto che le grandi opere strategiche – interamente finanziate – come il “Raddoppio del Ponte Corleone” o gli “Svincoli di via Perpignano“, o ancora le bretelle autostradali di Brancaccio, sono rimaste per oltre vent’anni nel libro dei sogni. E Palermo continua a collezionare incompiute.
L’opera strategica, quanto mastodontica e avveniristica, promette di rivoluzionare la viabilità della quinta città d’Italia e dare respiro finalmente alla Circonvallazione, la strada più trafficata d’Italia. Costerebbe 1,2 miliardi, ma finora in cassa ci sono appena 1,4 milioni, concessi dal MIT al Comune per realizzare lo Studio di fattibilità, che Palazzo delle Aquile ha affidato l’altro ieri all’Autorità portuale guidata da Pasqualino Monti.
Un progetto futuristico per una città che fatica a completare cantieri. Il Passante Ferroviario avviato nel lontanissimo 2008 è ancora da ultimare: ci vorranno almeno altri 2 anni. Un’opera che sarà già “vecchia” quando sarà ultimata. Solo per citarne una. Figurarsi un mega tunnel da 1,2 miliardi.
È indubbio che serve ormai un’alternativa al viale Regione Siciliana. Ma sul web tanti i cittadini che criticano questo “sperpero di denaro” per “consulenze e progetti che non vedranno mai luce”. Un’opera “fantascientifica” che prevede un percorso interamente “sottoterra e sottomare” che attraverserebbe Palermo creando uno svincolo per il porto e gli imbocchi all’altezza dello svincolo di Villabate a Palermo e a quello dell’ospedale Cervello.
Adriano Varrica, deputato M5S, difende l’opera dalle critiche: “Ritengo un bene che le grandi infrastrutture cittadine sulle quali investire siano vagliate e valutate sulla base di solidi Studi di Fattibilità per fare scelte sulla base di evidenze tecniche e scientifiche e non della volontà del decisore politico pro tempore. Questo studio – dice a BlogSicilia – fornirà gli elementi per dire se e come possa essere realizzato il collegamento tra porto e Circonvallazione. Voglio inoltre evidenziare che abbiamo recuperato delle risorse che potevano essere destinate esclusivamente a questo genere di analisi per opere strategiche e quindi chi afferma che si stanno sperperando soldi non ha contezza che questi soldi non potevano essere destinati ad altro e, soprattutto, non ha consapevolezza che studi come questo servono proprio ad evitare che si possano spendere soldi pubblici in opere non utili”.
“Si tratta di un’opera che certamente cambierebbe in modo radicale la mobilità a Palermo – ha detto in passato il sindaco Leoluca Orlando – senza però alterarne, anzi favorendo un recupero di vivibilità, nei grandi assi viari. È ovviamente un’opera impegnativa sotto il profilo finanziario, ma soprattutto sotto il profilo costruttivo ed è, quindi, necessario che sia preceduta da uno studio di fattibilità adeguato, consistente e accurato”.
A dire un secco “no” al tunnel, l’ingegnere Roberto Di Maria, di Palermo in Progress: «Occorre fare due cose. La tangenziale e l’interramento della parte centrale della Circonvallazione. Per il porto basta quanto prevede il PRG: il tunnel Francia-Giachery.
Sul cosiddetto mega tunnel che dovrebbe collegare le due autostrade passando per il porto – sottolinea a BlogSicilia – abbiamo già espresso delle perplessità in passato. Un’opera di queste dimensioni e costi, che a conti fatti avrebbe una capacità 3.600 veicoli/ora per ogni carreggiata, deve servire all’intera area metropolitana, altrimenti non ha senso. Ci chiediamo al proposito quanti possano essere i veicoli pesanti che dovrebbero raggiungere un Porto dedicato principalmente al crocierismo e con poco spazio per il traffico merci».
Inoltre, la presenza di uno o più svincoli lato mare favorirebbe l’attestarsi di nuovi flussi di traffico in pieno Centro cittadino: un’innaturale porta di ingresso verso la parte tradizionalmente più congestionata della città. Un assurdo trasportistico: basti considerare che in tutte le metropoli del mondo si fa esattamente il contrario, allontanando i grandi flussi di traffico dal centro cittadino. Strano che il Comune, da sempre contrario alle grandi opere infrastrutturali in città, specie se sotterranee (basti pensare al sostanziale accantonamento della Metropolitana Automatica Leggera) si dica favorevole a quest’opera.
Lo stesso Comune che ha di fatto bocciato il progetto di tangenziale esterna (o Pedemontana, ndr) a suo tempo proposto da ANAS, che invece sarebbe stato utilissimo: avrebbe allontanato dal centro cittadino i flussi principali di traffico e avrebbe fatto da “gronda” per gli altri flussi provenienti dall’esterno, convogliandoli verso le principali radiali di penetrazione. L’accesso al Porto sarebbe stato comunque garantito da nord, attraverso l’arteria sotterranea già prevista nel PRG da viale Francia».