il parere degli esperti, le interviste

Il Tunnel dei sogni bocciato dagli esperti, “Sperpero di soldi”, Palermo divisa tra favorevoli e contrari

“Il problema di Palemmo è il ciaffico”. Da questa sempreverde citazione di Johnny Stecchino il Capoluogo siciliano non riesce proprio a uscirne fuori. La “piaga” del traffico sembra quasi impossibile da risolvere. Nessun sindaco, né tantomeno i vari assessori che si sono succeduti, hanno saputo risolverlo con interventi mirati. E dire chi i fondi e i progetti (arrivati persino al livello Esecutivo) c’erano eccome! Ma i soldi negli anni si sono persi (si veda gli ex Agensud). C’è chi dice per carenza di organico al Polo Infrastrutture, c’è chi dice per negligenza. Sta di fatto che le grandi opere strategiche – interamente finanziate – come il “Raddoppio del Ponte Corleone” o gli “Svincoli di via Perpignano“, o ancora le bretelle autostradali di Brancaccio, sono rimaste per oltre vent’anni nel libro dei sogni. E Palermo continua a collezionare incompiute.

Il tunnel di Palermo

Adesso ne spunta un’altra di grande opera: ha un nome inutilmente prolisso (“Infrastruttura viaria di collegamento del Porto alla grande viabilità”) ma in tre parole può essere chiamato “Tunnel di Palermo“, o – come lo ha definito il viceministro Giancarlo Cancelleri – una sorta di “Passante autostradale di Palermo”. Avrà una lunghezza di 12 km e attraverserà il Capoluogo per collegare le due autostrade per Catania e per Trapani, bypassando la Circonvallazione e collegandosi al Porto.

L’opera strategica, quanto mastodontica e avveniristica, promette di rivoluzionare la viabilità della quinta città d’Italia e dare respiro finalmente alla Circonvallazione, la strada più trafficata d’Italia. Costerebbe 1,2 miliardi, ma finora in cassa ci sono appena 1,4 milioni, concessi dal MIT al Comune per realizzare lo Studio di fattibilità, che Palazzo delle Aquile ha affidato l’altro ieri all’Autorità portuale guidata da Pasqualino Monti.

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Studio entro il 28 febbraio 2022

In base all’accordo, l’Autorità Portuale si occuperà della «redazione dello studio di fattibilità dell’intervento “Strada di collegamento del Porto alla grande viabilità di Palermo” tratto sud e svincolo piazza della Pace – relazione e progetto delle analisi e indagini – (CUP D71B20000280001), la cui aggiudicazione deve avvenire entro il termine perentorio di 270 giorni dalla data programmata di inizio procedura indicata dal beneficiario (03/06/2021) e quindi entro il 28 Febbraio 2022», aggiornando «lo studio di fattibilità già in possesso dell’AdSP MSO».

Un progetto futuristico per una città che fatica a completare cantieri. Il Passante Ferroviario avviato nel lontanissimo 2008 è ancora da ultimare: ci vorranno almeno altri 2 anni. Un’opera che sarà già “vecchia” quando sarà ultimata. Solo per citarne una. Figurarsi un mega tunnel da 1,2 miliardi.

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Critici i palermitani sul web

È indubbio che serve ormai un’alternativa al viale Regione Siciliana. Ma sul web tanti i cittadini che criticano questo “sperpero di denaro” per “consulenze e progetti che non vedranno mai luce”. Un’opera “fantascientifica” che prevede un percorso interamente “sottoterra e sottomare” che attraverserebbe Palermo creando uno svincolo per il porto e gli imbocchi all’altezza dello svincolo di Villabate a Palermo e a quello dell’ospedale Cervello.

I favorevoli

Orlando, Cancelleri e Varrica

Adriano Varrica, deputato M5S, difende l’opera dalle critiche: “Ritengo un bene che le grandi infrastrutture cittadine sulle quali investire siano vagliate e valutate sulla base di solidi Studi di Fattibilità per fare scelte sulla base di evidenze tecniche e scientifiche e non della volontà del decisore politico pro tempore. Questo studio – dice a BlogSicilia – fornirà gli elementi per dire se e come possa essere realizzato il collegamento tra porto e Circonvallazione. Voglio inoltre evidenziare che abbiamo recuperato delle risorse che potevano essere destinate esclusivamente a questo genere di analisi per opere strategiche e quindi chi afferma che si stanno sperperando soldi non ha contezza che questi soldi non potevano essere destinati ad altro e, soprattutto, non ha consapevolezza che studi come questo servono proprio ad evitare che si possano spendere soldi pubblici in opere non utili”.

“Si tratta di un’opera che certamente cambierebbe in modo radicale la mobilità a Palermo – ha detto in passato il sindaco Leoluca Orlando – senza però alterarne, anzi favorendo un recupero di vivibilità, nei grandi assi viari. È ovviamente un’opera impegnativa sotto il profilo finanziario, ma soprattutto sotto il profilo costruttivo ed è, quindi, necessario che sia preceduta da uno studio di fattibilità adeguato, consistente e accurato”.

Favorevole anche l’ex vicesindaco ed assessore alle Infrastrutture, Emilio Arcuri: “Non credo che riuscirò a vedere la realizzazione di questa opera. Quando ne parlavo nel 1997 mi prendevano per un visionario. Poi – rivela a BlogSicilia – la inserii nella proposta del nuovo Piano Regolatore, nessuno forse ci fece caso e il piano passò. Le città devono avere il coraggio di progettare grandi opere, poche ma essenziali. Questa era una di quelle. Sono passati 25 anni… Speriamo bene”.

Mobilita Palermo: “prima Ponte Corleone e svincoli Perpignano”

Anthony Passalacqua di Mobilita Palermo punta il dito contro questo foraggiamento di consulenze esterne: «La città – spiega a BlogSicilia – ha senza dubbio bisogno di risposte risolutive su traffico e viabilità, ma nel breve e medio termine. È legittimo domandarsi se sarebbe stato prioritario investire tutte queste risorse ed energie più per il miglioramento della Circonvallazione: pannelli informativi, nuovi sovrappassi pedonali a piazzale Lennon/Giotto, nuovi svincoli Francia e La Malfa, assieme ad altri interventi programmati quali Raddoppio Ponte Corleone (dov’è il commissario?) e sottopasso via Perpignano. C’è il rischio che questo tunnel possa essere bocciato come la tangenziale esterna della ex Provincia?» Le cose potranno sistemarsi magari al termine del famoso concorso per dirigenti del Polo Tecnico Infrastrutture, bloccato da anni nella burocrazia.

Il no dell’esperto: “Opera faraonica inutile”

A dire un secco “no” al tunnel, l’ingegnere Roberto Di Maria, di Palermo in Progress: «Occorre fare due cose. La tangenziale e l’interramento della parte centrale della Circonvallazione. Per il porto basta quanto prevede il PRG: il tunnel Francia-Giachery.

Roberto Di Maria

Sul cosiddetto mega tunnel che dovrebbe collegare le due autostrade passando per il porto – sottolinea a BlogSicilia – abbiamo già espresso delle perplessità in passato. Un’opera di queste dimensioni e costi, che a conti fatti avrebbe una capacità 3.600 veicoli/ora per ogni carreggiata, deve servire all’intera area metropolitana, altrimenti non ha senso. Ci chiediamo al proposito quanti possano essere i veicoli pesanti che dovrebbero raggiungere un Porto dedicato principalmente al crocierismo e con poco spazio per il traffico merci».

«Per il resto – prosegue – l’autostrada sotterranea/subalvea convoglierebbe il traffico di attraversamento dell’area urbana da Est a Ovest (direzione Termini Imerese-Carini per capirci) che è stimato in un’aliquota pari al 10% di quello che attualmente percorre la Circonvallazione. Per la precisione – spiega l’esperto – tra il 3% e l’11% per i veicoli leggeri e tra il 7% ed il 18% per quelli pesanti secondo uno studio del 1996 a cura del sottoscritto. Dato confermato anche nel progetto dell’ANAS del 2016, dove si stima un flusso di attraversamento medio del 10%. Un’arteria costosissima sarebbe quindi realizzata per poche centinaia di veicoli l’ora. La Circonvallazione si vedrebbe “alleggerita” di una quota irrisoria di traffico.

Inoltre, la presenza di uno o più svincoli lato mare favorirebbe l’attestarsi di nuovi flussi di traffico in pieno Centro cittadino: un’innaturale porta di ingresso verso la parte tradizionalmente più congestionata della città. Un assurdo trasportistico: basti considerare che in tutte le metropoli del mondo si fa esattamente il contrario, allontanando i grandi flussi di traffico dal centro cittadino. Strano che il Comune, da sempre contrario alle grandi opere infrastrutturali in città, specie se sotterranee (basti pensare al sostanziale accantonamento della Metropolitana Automatica Leggera) si dica favorevole a quest’opera.

Lo stesso Comune che ha di fatto bocciato il progetto di tangenziale esterna (o Pedemontana, ndr) a suo tempo proposto da ANAS, che invece sarebbe stato utilissimo: avrebbe allontanato dal centro cittadino i flussi principali di traffico e avrebbe fatto da “gronda” per gli altri flussi provenienti dall’esterno, convogliandoli verso le principali radiali di penetrazione. L’accesso al Porto sarebbe stato comunque garantito da nord, attraverso l’arteria sotterranea già prevista nel PRG da viale Francia».

 

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