Il giudice per le indagini preliminari ha rinviato a giudizio, su richiesta della procura europea, sezione palermitana, Giuseppe Ragonese, direttore generale di Amap, la società che gestisce il servizio idrico comunale nel capoluogo siciliano, Alessandro Di Martino, amministratore unico e Maria Concetta Prestigiacomo ex amministratore unico da marzo 2014 a marzo 2019.
Avrebbero omesso di comunicare una serie di “gravi e reiterate violazioni in materia ambientale” che hanno portato, nel 2021, al commissariamento dell’Amap, per ottenere un prestito milionario dall’Ue nell’ambito di un programma europeo per la produzione di acqua potabile e il trattamento delle acque reflue. Nei mesi scorsi l’inchiesta portò’ al sequestro di 19 milioni di euro che sarebbero stati indebitamente percepiti.
Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza dopo la denuncia della Banca europea degli investimenti. Al centro degli accertamenti dei pm Gery Ferrara e Amelia Luise il prestito agevolato nell’ambito del Fondo europei per gli investimenti strategici, con garanzia concessa dall’Unione europea, per la realizzazione di un programma nel settore del trattamento delle acque.
Secondo gli investigatori per impedire alla Banca europea per gli investimenti di accertare che ricorressero le condizioni per l’ ottenimento del finanziamento i manager della società avrebbero dolosamente omesso di comunicare la commissione, tra il 2017 e il 2020, di gravi e reiterate violazioni, anche di rilevanza penale, in materia ambientale, sfociate in un’ordinanza di commissariamento giudiziale disposta nel 2021 dal gip del Tribunale di Palermo. Il processo comincerà il 3 giugno davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo.
I guai dell’Amap non finiscono qui. Poche settimane fa il giudice per l’udienza preliminare Andrea Innocenti ha rinviato a giudizio l’attuale amministratore unico di Amap e gli ex vertici della partecipata che gestisce il servizio idrico a Palermo e in provincia dopo l’inchiesta sulla gestione irregolare dei depuratori e lo sversamento in mare di fanghi. Il processo inizierà il 10 aprile.
I Comuni di Palermo, Capaci, Trappeto, Partinico e Balestrate, nonché le associazioni Adusbef, Legambiente Sicilia e Codacons, si sono costituiti parte civile. Tra gli esclusi solo l’impresa “Alessandra costruzioni”.
Sono stati rinviati a giudizio Maria Prestigiacomo, ex presidente Amap ed ex assessore della giunta Orlando, e dell’attuale amministratore unico della municipalizzata, Alessandro Di Martino. Con loro vanno a processo anche i dirigenti Angelo Siragusa, Adriana Melazzo e Dorotea Vitale, che a vario titolo si sono occupati della gestione degli impianti idrici.
L’inchiesta era stata avviata tempo fa e i carabinieri avevano notificato un’ordinanza di commissariamento all’ex municipalizzata, portando l’allora assessore Prestigiacomo a lasciare la delega ai Servizi idrici. I militari fecero delle verifiche sulla gestione tecnico-operativa dei depuratori delle acque reflue sia ad Acqua dei Corsari che a Balestrate, Carini e Trappeto. Secondo l’accusa la gestione irregolare degli impianti avrebbe provocato l’inquinamento dell’area protetta del golfo di Castellammare.