Sono 162 le opere incompiute in Sicilia. Lo certifica l’anagrafe delle opere incompiute, pubblicata a giugno scorso dalla Regione siciliana con riferimento al 2017. L’importo totale di questi interventi è di 488.305.910 milioni di euro come rilevato dall’aggiornamento dell’anagrafe delle opere pubbliche incompiute di interesse nazionale, comunicata dal ministero delle Infrastrutture.
“La Sicilia continua a detenere il triste primato di regina per le opere non completate – dichiarano Santino Barbera e Paolo D’Anca, segretario generale e segretario generale aggiunto della Filca Cisl Sicilia – un drammatico record che incide pesantemente sulla crescita dell’isola e che frena fortemente lo sviluppo”.
Barbera e D’Anca rimarcano come da tempo la Filca Cisl solleciti le istituzioni a intervenire per sbloccare le opere ancora ferme ai nastri di partenza, pur essendo cantierabili, o quelle che hanno accumulato ritardi nella realizzazione.
“In Sicilia circa 5 miliardi di euro stanziati per nuove infrastrutture sono ancora in stand – by – aggiungono Barbera e D’Anca – è fondamentale che si sblocchino questi progetti, soprattutto perché si tratta di opere che riguardano direttamente la vita di intere comunità, quali per citarne qualcuna, gli interventi per la viabilità, gli alloggi di edilizia popolare, gli impianti di depurazione e le reti fognarie” . Per Barbera e D’Anca “il patto per il Sud da un lato e i finanziamenti comunitari dall’altro, offrono ulteriori opportunità per sbloccare questa situazione”.
“Chiediamo all’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e al presidente della Regione Nello Musumeci di incontrarci – affermano Barbera e D’Anca – per dare vita a una cabina di regia allargata anche a soggetti extraistituzionali, attraverso la quale monitorare i flussi finanziari e far partire i lavori delle opere cantierabili o portare velocemente a termine quelli in itinere. Vanno verificate tutte le procedure burocratiche per accelerare l’iter di approvazione dei progetti esecutivi, dando piena attuazione alle politiche di spesa”. “Il completamento di queste opere incompiute – concludono Barbera e D’Anca – potrebbe dare ossigeno alla disoccupazione dilagante e farebbe aumentare il Pil isolano, diminuito del 13 % in dieci anni di profonda crisi “.
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