Il tribunale del Riesame di Palermo, accogliendo il ricorso della Procura, ha disposto gli arresti domiciliari, negati in prima istanza dal gip, per l’ex patron del Palermo Maurizio Zamparini accusato tra l’altro di riciclaggio e autoriciclaggio.

L’inchiesta è coordinata dai pm Dario Scaletta e Francesca Dessì, dall’aggiunto Salvo de Luca e dal procuratore Francesco Lo Voi. Il provvedimento non è esecutivo fino alla pronuncia della Cassazione.

Lo scorso 27 giugno a c arico di Zamparini era scattato un sequestro beni effettuato dalla Guardia di Finanza. per oltre un milione di euro dopo giorni di notizie ufficiose.  L‘operazione riguardò somme di denaro nella disponibilità del club calcistico palermitano, sequestrate “in relazione ai reati attribuiti a Maurizio Zamparini – scrive la Finanza – nella sua qualità di Presidente pro tempore dell’.U.S. CITTA’ DI PALERMO S.p.a.

Con questo provvedimento, il G.I.P. ha – in particolare – disponeva il sequestro finalizzato alla confisca del profitto relativo ai reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio nonché all’illecito amministrativo commesso a vantaggio della società, “essendosi Zamparini sistematicamente servito della MEPAL S.r.l., – scrive ancora la Finanza – di cui lo stesso è risultato essere l’amministratore di fatto, come una sorte di “cassaforte”, per mettere al riparo le disponibilità correnti della società di calcio dalle temute azioni esecutive dell’Erario, nei cui confronti il club era esposto per milioni di euro sino al 2017”.

Secondo l’ipotesi accusatoria “per rendere possibili tali spostamenti di denaro, sarebbero stati simulati dei finanziamenti verso la MEPAL S.r.l.. Lo stesso denaro rimaneva, in definitiva, inutilizzato e veniva restituito solo al momento di necessità da parte del club”.

“A margine delle condotte criminose – recita la nota della Guardia di Finanza – che hanno riguardato la gestione della U.S. CITTA’ DI PALERMO Spa, nel provvedimento del G.I.P. viene attribuita a zamparini la responsabilità di essersi fatto accreditare bonifici per l’importo di circa 100 mila euro – attinenti a crediti personali – sul proprio conto corrente acceso presso una banca svizzera al fine di evitare eventuali pignoramenti da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione, nei cui confronti l’ex Presidente è tuttora esposto per decine di milioni di euro”.

Ma l’Ufficio legale del Palermo calcio inverte l’ordine dei fattori e sottolinea come in realtà la decisione metta al sicuro dai sequestri (LEGGI QUI LA NOTA DELL’UFFICIO LEGALE PALERMO CALCIO)