Una vita spesa nella lotta alla mafia, il ricordo di Pio La Torre è più vivo che mai.
Il 30 aprile del 1982, a Palermo, per ordine di alcuni boss mafiosi, venne ucciso Pio La Torre, segretario regionale del Partito Comunista. Era insieme al suo autista Rosario Di Salvo, ucciso anche lui dai killer.

Erano le 9.20 del mattino: con una Fiat 131 guidata da Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito. In una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò l’autista, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un’auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio. Pio La Torre morì all’istante mentre Di Salvo ebbe il tempo di estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di morire.

Al funerale presero parte centomila persone tra cui Enrico Berlinguer.

Come dichiararono poi alcuni pentiti mafiosi, tra i quali Tommaso Buscetta e Francesco Marino Mannoia, La Torre venne ucciso perché aveva proposto il disegno di legge che prevedeva per la prima volta il reato di “associazione mafiosa” e la confisca dei patrimoni mafiosi.

Vennero condannati all’ergastolo come esecutori dei due omicidi Giuseppe Lucchese, Nino Madonia, Salvatore Cucuzza e Giuseppe Greco. Dopo nove anni di indagini, nel 1995 vennero condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio La Torre: i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci

Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci dichiara: “Pio La Torre è stato il protagonista di una lunga stagione dell’Antimafia e un parlamentare esempio di rigore morale ed elevato civismo come pochi. Ancora oggi, grazie alla legge che porta il suo nome, lo Stato riesce a colpire le attività e le fonti di reddito finanziario della criminalità organizzata. Ecco perché va indicato ai giovani che non lo hanno conosciuto e tutti noi abbiamo il dovere di mantenerne viva la memoria”.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando commenta: “Nell’anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, l’Amministrazione comunale ha partecipato ad una cerimonia sobria, ma doverosa, di commemorazione.
A 38 anni di distanza, il lascito morale, politico e normativo di La Torre resta invariato nel suo altissimo valore e nei suoi risultati nella lotta alla mafia.
Al sacrificio di La Torre e Di Salvo è legato un periodo fra i più bui della storia della Sicilia e di Palermo, anni che abbiamo lasciato alle nostre spalle e che speriamo non tornino mai più”.

A ricordare Pio La Torre, anche il Presidente della Repubblica: “A trentotto anni dall’uccisione per mano mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo desidero unirmi, nel ricordo della loro esemplare testimonianza di impegno civile, ai promotori e ai partecipanti, in collegamento da remoto, alla manifestazione di doveroso ricordo”. E’quanto scrive Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Centro Pio La Torre.

“L’iniziativa odierna, seppure rimodulata a causa dell’emergenza sanitaria – prosegue il Capo dello Stato -, consolida il percorso avviato dal centro Pio La Torre nella diffusione della cultura della legalità, sostenendo, attraverso attività formative rivolte alle nuove generazioni, la maturazione di una coscienza civile, fattore determinante per contrastare il radicamento di ogni forma di condizionamento della criminalità organizzata nel tessuto sociale, economico e politico”.

Per Mattarella “assume particolare interesse l’indagine annuale sulla percezione del fenomeno mafioso, svolta ogni anno tra gli studenti coinvolti nel progetto educativo antimafia e antiviolenza, i cui risultati, presentati nel corso dell’incontro, costituiranno un’ulteriore opportunità di riflessione e di proficuo confronto, nella consapevolezza del valore del prezioso apporto dei giovani nel comune impegno per l’affermazione della legalità. Con questo spirito – conclude il messaggio -, invio a tutti voi un cordiale saluto”.

Articoli correlati