“Confcommercio non vuole solo commemorare. Vuole che la memoria diventi testimonianza non rituale, impegno concreto. Le stragi, oggi, sono i nostri nuovi Vespri siciliani”. Lo ha detto Patrizia Di Dio, vicepresidente nazionale di Confcommercio con incarico per la legalità e la sicurezza aprendo a Villa Igiea il convegno “Il ruolo delle rappresentanze d’impresa contro la criminalità a 30 anni dalle stragi di mafia”.
Di Dio ha continuato ricordando i tragici fatti del ’92: “Quelle vittime hanno ispirato il risveglio civile, hanno cambiato il corso della storia che precipitava verso il buio, ci hanno dato una spinta verso un futuro nuovo e rappresentano ancora oggi uno stimolo all’azione. Il nostro è stato e continuerà ad essere un contributo costante e convinto sulla strada della legalità”.
Ha proseguito: “Non c’è sviluppo, non c’è impresa senza legalità e sicurezza. Parlo a nome di tante imprenditrici e tanti imprenditori onesti che fanno il proprio dovere tutti i giorni, che rispettano le regole e che creano valore sui valori. Legalità e sicurezza sono le garanzie per esercitare il nostro diritto alla libertà di impresa. Con uomini e donne sempre più liberi dalle mafie e dall’illegalità, l’impresa cresce di più, la società cresce di più, l’umanità cresce di più. Lasciatemi anche sottolineare la forza rivoluzionaria di chi fa il proprio dovere tutti i giorni in silenzio, senza proclami, perché lo considera la normalità del proprio agire in sintonia con il proprio sentire. Pure nelle difficoltà immani, sono testimoni silenziosi di eroismo quotidiano e tassello fondamentale del grande mosaico di cui si compone la coscienza civica, baluardo della nostra stessa democrazia”.
“‘Legalità ci piace’: con questo slogan Confcommercio organizza iniziative per la diffusione della cultura della legalità, per garantire sicurezza al nostro lavoro: perché, da sola, non può bastare l’efficace azione sul territorio svolta da magistratura e forze dell’Ordine. Ma aggiungiamo anche: legalità conviene. La crisi ha provocato guasti, ha determinato le condizioni di un disastro sociale in corso, ha sottratto liquidità alle imprese, ha peggiorato i rating creditizi, ha chiuso le porte del credito proprio nel momento più complesso ed ha aperto nuovi spazi al crimine e all’usura. Trentamila imprese sono oggi a grave rischio”.
Ed infine: “Giovanni Falcone diceva: ‘Possiamo sempre fare qualcosa’: è la massima che io vorrei adottare. E noi imprenditori, che rappresentiamo il mondo operoso del ‘fare’, siamo e rimaniamo convinti che possiamo sempre fare qualcosa”.
Ai lavori del convegno hanno partecipato Anna Macina, sottosegretario alla Giustizia; Maria Falcone, presidente Fondazione Falcone; Mario Muccio, vicario del Commissario antiracket e antiusura; Giuseppe Forlani, Prefetto di Palermo; Antonio Balsamo, presidente del Tribunale di Palermo; Lia Sava, procuratore generale presso la Corte di Appello di Palermo; Salvatore Cernigliaro, presidente Solidaria; Vincenzo Militello, ordinario di diritto penale all’Università di Palermo; Leonardo Agueci, presidente della Fondazione Progetto Legalità; Alberto Argano, presidente Associazione grossisti ortofrutta di Confcommercio; il giornalista Riccardo Lo Verso e l’avvocato Fabio Gaetano Lanfranca. Ha moderato l’avvocato Marcello Consiglio.