Erano da poco approdati ad una nuova tappa del loro viaggio da Cape Town in Sud Africa al mercato storico del Capo, a Palermo ma sono stati sorpresi dalla riesplosione del conflitto civile in Sudan e adesso sono bloccati in quel paese.

Lo racconta il Giornale di Sicilia in edicola. Si tratta dell’imprenditore del capoluogo, Giuseppe La Gattuta, assieme ad altri due palermitani, Riccardo Figà e Sergio Carciotto. I tre, come loro stessi hanno comunicato, scrive il giornale, hanno dovuto sospendere la loro impresa e sono al momento bloccati nel Paese: attendono notizie dalla Farnesina per essere autorizzati a lasciare il Sudan.

Il Sudan non è un Paese tranquillo,. Al contrario è tra quelli sconsigliati dalla Farnesina per turismo. Il conflitto è tornato ad esplodere dopo un periodo di apparente armistizio con tredici morti e un centinaio di feriti. Di fatto, secondo fonti occidentali, si tratta di una rivolta soffocata nel sangue

L’avventura inventata dai tre e denominata ‘Cape to Capo’, prevedeva di attraversare in macchina l’Africa fino a ritornare in Sicilia. Durante il viaggio – le cui tappe vengono raccontate con regolarità dai protagonisti su Facebook, Twitter, Instagram e Youtube – sono previsti anche incontri con le delegazioni delle ambasciate italiane. I Paesi toccati durante l’impresa, partita all’inizio del mese scorso, come i tre hanno riferito prima di mettersi in viaggio sono Sud Africa, Botswana, Zimbabwe, Zambia, Malawi, Tanzania, Kenya, Etiopia, Sudan, Egitto, Turchia, Grecia e infine il ritorno in Italia.

“33° giorno, Sudan-Khartoum, nessuna foto, semplicemente perché non sarebbe giusto, non sarebbe rispettoso – hanno scritto ieri pomeriggio nel loro ultimo post in ordine di tempo -. Le transizioni al governo sono sempre sanguinose specie quando la mediazione è tra esercito e gente disarmata. E qui sanguinosa lo è stata e continua a esserlo. Ma questa è anche l’Africa e lo spirito e l’intento del nostro viaggio era anche questo. Vivere quello che nessuno ti racconta, vedere le cose belle ma anche l’orrore. Capire sulla propria pelle per riuscire a comprendere, veramente e profondamente l’Africa e la sua gente. Così era giusto vivere questo, lo sapevamo, per questo comunque non ci siamo fermati e siamo andati avanti contro ogni consiglio o avviso. Noi stiamo bene, siamo in sicurezza per quello che è possibile, sorridiamo, torniamo seri e lo stesso le persone del posto e non che sono qui con noi, tutte fantastiche. E anche se ognuno aspetta epiloghi diversi, tutti siamo qui a sostenerci, a farci compagnia, a tirarci su il morale, come se ci conoscessimo da sempre. Si perché qui aspettano tutti qualcosa, tutti aspettiamo qualcosa, qui, guardando alla TV le immagini del Tg, mentre dentro ognuno di noi qualcos’altro inevitabilmente cambia, si muove, si trasforma, per non essere mai più come era prima……Un grande abbraccio da me (Riccardo), Giuseppe e Sergio, stiamo bene, siamo al sicuro, non temete per noi, il nostro morale è alto e la voglia di andare avanti pure”

 

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