La Corte di assise d’appello di Palermo ha dichiarato prescritto il reato di calunnia contestato a Massimo Ciancimino nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
In primo grado, il figlio del sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, aveva avuto 8 anni.
I giudici che celebrano il secondo grado del giudizio sul presunto patto tra le istituzioni e i boss avevano stralciato, su istanza dei suoi legali, la posizione di Ciancimino. Secondo la corte il reato si sarebbe prescritto il 2 aprile 2018, prima dunque della sentenza di primo grado.
La decisione, oltre ad annullare la condanna, determina la revoca delle statuizioni civili accessorie. Ciancimino era finito sotto processo con due imputazioni: la calunnia dell’ex capo della polizia Gianni de Gennaro e il concorso esterno in associazione mafiosa.
Quest’ultima accusa era già stata dichiarata prescritta nella sentenza di primo grado. Prosegue, invece, il processo agli altri imputati: i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, gli ex carabinieri del Ros Mario Mori Antonio Subranni e Giuseppe De Donno.
Massimo Ciancimino la lasciato il carcere nel luglio dell’anno scorso. Il tribunale di sorveglianza di Roma ha accolto la richiesta dei suoi legali e gli ha concesso la detenzione domiciliare per motivi di salute.
Ciancimino aveva infatti avuto un ictus. Il figlio di don Vito deve scontare una condanna definitiva a 3 anni per detenzione di esplosivo e una a due anni e otto mesi per riciclaggio.
Alla prima udienza del processo d’appello sulla trattativa Stato-Mafia il suo legale aveva chiesto una perizia sullo stato mentale dell’imputato sostenendo che non fosse in grado di partecipare coscientemente al procedimento.
In merito sempre al processo sulla trattativa, lo scorso gennaio, Leoluca Bagarella ha aggredito e morso un agente di polizia penitenziaria all’interno del carcere di Sassari dove sta scontando la condanna all’ergastolo in regime di 41bis. Bagarella, cognato di Totò Riina, è considerato l’autore di diverse stragi di mafia. Sono centinaia gli omicidi che gli sono stati attribuiti. Bagarella ha aggredito un agente del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria.
L’ergastolano stava per essere trasferito dalla sua cella alla sala per le videoconferenze da cui doveva assistere all’udienza del processo. All’improvviso, è andato in escandescenza, l’agente è rimasto lievemente ferito, ma poi anche Bagarella ha dovuto fare ricorso alle cure dei medici dell’infermeria, perché dopo l’aggressione al poliziotto era ancora in stato di agitazione. Dopo essere stato curato, Bagarella ha rinunciato all’udienza, che è così proseguita senza ulteriori intoppi.
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