Erano accusati di aver messo in piedi un sistema che prevedeva una vera e propria tratta di minori. Bambini che sarebbero stati sequestrati e poi riportati ai propri genitori a cui erano stati sottratti. Un impianto accusatorio che però è crollato con quattro assoluzioni perché il fatto non sussiste. La sentenza è della quarta sezione del tribunale di Palermo. La presunta organizzazione criminale sarebbe stata capeggiata dalla famosa Larysa Moskalenko, 60 anni, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Seul del 1988 per la vela. Lei è stata assolta così come il titolate di un’agenzia di sicurezza Martin Waage, il tassista Luigi Cannistraro e lo skipper Antonino Barazza. Erano difesi dagli avvocati Giuseppe Seminara, Antonino Gattuso, Giulia e Marco Clementi, e Massimiliano Di Giorgi. Le motivazioni entro 90 giorni.
Inchiesta nata per caso
L’inchiesta nacque nelo 2013 quasi per caso. Tutto è cominciato da un’indagine su uno strano incendio scoppiato in un albergo di Cinisi, il Porto Rais. Il titolare dell’attività fu intercettato e saltò fuori la conversazione che lo stesso imprenditore ebbe con la Moskalenko, all’epoca sua compagna. La Procura di Palermo parlò all’epoca di “organizzazione criminale” che, in cambio di centinaia di migliaia di euro, rapiva minori contesi per restituirli ai genitori affidatari ai quali erano stati sottratti.
Il castello accusatorio
Waage, ex militare ed ex paramedico, aveva messo su una squadra che operava in tutto il mondo. Aveva reclutato ex veterani dei corpi speciali delle forze armate di diversi paesi. La ditta aveva una regolare attività con tanto di sito internet che pubblicizzava tutto. Il recupero di bambini sottratti, investigazioni, sicurezza. Servizi svolti, secondo i carabinieri, con modalità illegali. Le indagini all’epoca svelarono il rapimento di un bimbo norvegese sottratto al padre, legittimo affidatario, dalla madre tunisina. Ma anche, sostennero gli inquirenti, quattro tentativi di sequestro falliti. Andarono a monte solo perché due dei componenti dell’organizzazione furono fermati dalla polizia tunisina avvertita dai magistrati italiani.
L’avvocato Seminara: “Tutto alla luce del sole e autorizzato”
Soddisfatto l’avvocato Giuseppe Seminara, legale della Moskalenko. “Dovremo attendere per conoscere le motivazioni dell’assoluzione – commenta – ma intanto la formula è perché il fatto non sussiste. Ciò significa che non c’erano i presupposti per ritenere questa attività dell’organizzazione illecita. Non vi era alcuna rilevanza penale, questa organizzazione lavorava con regolari convenzione internazionali e con un’agenzia riconosciuta a livello internazionale”.
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