Il trasporto pubblico locale su gomma in Sicilia è a rischio a causa dei tagli imposti dalla Finanziaria regionale. L’allarme lanciato dall’Asstra che raccoglie gli operatori del settore, non è stato raccolto dal mondo politico e le conseguenze rischiano di essere a carico della mobilità dei siciliani e dei livelli occupazionali.
“Attendiamo ancora di esaminare nel dettaglio le tabelle definitive, ma dalle notizie avute direttamente dai gruppi parlamentari risulta confermato un taglio medio del 19% per il triennio 2018-2020 nello stanziamento al trasporto pubblico locale previsto nella legge di stabilità approvata dall’ARS – dice Claudio Iozzi presidente di Asstra Sicilia – taglio che potrebbe essere perfino maggiore”.
“Non conosciamo infatti – chiarisce il segretario generale Giovanni Foti – l’impatto sullo stanziamento per tutte le aziende della norma ad hoc approvata per la sola città di Catania, in quanto l’associazione è stata informata soltanto a cose fatte, mentre ci sono altre aziende trattate peggio che per fare valere i propri diritti sono state e saranno costrette a ricorrere alle azioni legali”.
In pratica il Parlamento ha approvato anche una norma per vincolare una parte dello stanziamento alle esigenze della Amt di Catania e questo rischia di ridurre ulteriormente i contributi per tutte le altre aziende pubbliche e private del settore Tpl
“Restiamo delusi per la mancanza di attenzione alle esigenze dell’intero comparto e fortemente preoccupati per la tenuta delle aziende. Continua a mancare una programmazione efficace sui trasporti e, mentre a livello nazionale vengono confermati gli stanziamenti per creare un contesto stabile ed affidabile, in Sicilia purtroppo si decide di andare nella direzione opposta. Senza correttivi alla manovra spariranno anche i servizi minimi fino ad oggi comunque garantiti, con grave pregiudizio per il diritto alla pubblica mobilità dei cittadini” rincara la dose il vice presidente Antonio Gristina.
“Attendiamo ancora di ricevere dei chiarimenti in merito al taglio operato dal governo regionale, non comprendiamo, inoltre, come possa persistere il ripianamento delle perdite all’Azienda Siciliana Trasporti, a rischio impugnativa da parte di Bruxelles in quanto aiuti di Stato, oltre che rappresentare un cospicuo finanziamento sottratto all’intero comparto. La Regione dovrebbe puntare sull’efficienza qualitativa e quantitativa dei servizi e sul controllo delle percorrenze chilometriche effettivamente esercitate, non su finanziamenti a piè di lista senza alcuna verifica, mascherando con una qualsiasi emergenza le inefficienze gestionali di questo o quel soggetto. Ma di tutto questo nella finanziaria non c’è traccia, anzi con l’ulteriore drastico taglio effettuato si condanna l’utenza a ricevere dei servizi mediocri e insufficienti” denunciano i vertici di Asstra Sicilia.
“Nei prossimi giorni riuniremo gli organi collegiali associativi per decidere come meglio tutelare il patrimonio delle aziende e per capire se esistono ancora margini per potere garantire un minimo di mobilità ai cittadini. Auspichiamo un segnale in tempi brevi dal governo per comprendere le reali intenzioni sul settore, perché non si può più andare avanti sempre e solamente a colpi di tagli ed azioni legali, senza la possibilità di una pianificazione a largo respiro”, conclude il presidente Iozzi.
Nel tardo pomeriggio l’associazione aggiunge “con visione unitaria, interviene nuovamente sull’argomento confermando con forza la chiara richiesta indirizzata alla Regione – che non contempla alcuna volontà polemica nei confronti delle singole istanze degli associati, come ad esempio quella di AMT Catania – perché adotti con la massima chiarezza tutti gli atti necessari per il ripristino della stabilità finanziaria ed i meccanismi di ripartizione delle risorse siano equi senza penalizzazione alcuna per la collettività delle aziende siciliane. L’Asstra Sicilia rinnova l’auspicio che si faccia marcia indietro sulla decisione di adottare i tagli che lasceranno a terra i Siciliani. Se l’ARS andrà avanti ad oltranza su questa strada, le prospettive di impoverimento di un servizio essenziale qual è il trasporto pubblico rischiano di diventare a breve una realtà”.
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