Ha cercato di vendere un trapano rubato ad un carabiniere libero dal servizio nel Palermitano. L’uomo di 54 anni, già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e al divieto di dimora a Palermo è stato denunciato dai carabinieri della sezione radiomobile di Monreale accusato di ricettazione e furto. L’uomo avrebbe pensato di poter concludere un affare quando, a Pioppo, frazione di Monreale, ha avvicinato un il militare che passeggiava per strada e, come probabilmente già fatto in precedenza con altri passanti, ha provato a vendergli un trapano usato. Il carabiniere ha chiamato i colleghi che hanno accertato che l’indagato non sia stato in grado di fornire una giustificazione plausibile sulla provenienza dell’attrezzo. Nel corso della perquisizione dell’abitazione di quest’ultimo, i militari hanno riscontrato la presenza di un allaccio abusivo alla rete elettrica.
Furto di tombini a Palermo, 39enne arrestato dalla Polizia municipale
E’ un 39enne, disoccupato di Monreale, l’uomo colto in flagranza di reato dagli agenti del nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale di Palermo, mentre vendeva a un ricettatore attrezzature da cantiere, appena rubate. L’uomo è ritenuto responsabile anche del furto di numerosi tombini sottratti da viale Regione Siciliana. E’ stato arrestato e, in attesa di processo, ha l’obbligo di firma per tre giorni alla settimana. Anche il compratore della merce rubata è stato identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di ricettazione.
La ricostruzione del Comandante Colucciello
«Non è stata un’operazione semplice – ha commentato il comandante Angelo Colucciello – perchè dopo la segnalazione sui tombini trafugati in viale Regione Siciliana, ricevuta nei primi giorni di settembre, abbiamo dovuto acquisire tutte le immagini di videosorveglianza della zona. Solo così siamo riusciti a risalire al responsabile e a ricostruire l’accaduto. L’uomo, a bordo di una Hyundai grigia, con grande maestria, era solito sollevare i tombini con un levachiodi, tenendo la portiera aperta, e caricarli in auto, ripartendo a grande velocità».
I dettagli sull’indagine
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che hanno pedinato l’uomo per più di un mese, sarebbero una ventina i tombini in ghisa rinvenuti e destinati a essere rivenduti sul mercato nero (anche se all’appello ne mancherebbero un centinaio), più tutta una serie di attrezzi metallici, scale in ferro e cavi di rame, che l’indiziato aveva la consuetudine di trafugare nei fine settimana, introducendosi nei cantieri edili, al venir meno della sorveglianza.
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