Si entra in un mese decisivo per il sistema tram di Palermo. Il 30 giugno infatti dovrebbe essere consegnata la progettazione esecutiva delle prime linee in programma. I tecnici del Comune stanno lavorando insieme a quelli della Sys, società italo-spagnola che si occuperà dei cantieri, per definire gli ultimi dettagli. Come già reso noto nelle scorse settimane, il primo lotto delle fase due comprende cinque tratte. Gli interventi dovrebbero partire a settembre 2024 e si dovrebbero concludere entro quattro anni, con la definizione degli scavi della linea E1. In mezzo ci saranno i lavori per la linea C, la linea B, il primo tratto della linea A e per quelli della linea F. Porzione del progetto necessaria a completare la chiusura dell’anello tramviario. L’obiettivo rimane quello di convincere il palermitano medio a mollare l’auto. Per farlo serviranno però tanti parcheggi. Elemento su cui si giocherà la partita del sistema tram.
Sistema tram di Palermo, attesa per la progettazione esecutiva
Nelle scorse settimane, la redazione di BlogSicilia vi aveva portato a conoscere i primi dettagli sulla linea C, tratta che collegherà l’attuale diramazione di via Pitrè alla Stazione Centrale. Passaggio chiave della struttura in questione sarà quello di garantire i collegamento da o verso viale Regione Siciliana attraverso lo svincolo Basile. Al momento, le opzioni sul tavolo dei tecnici sono varie: da un possibile sottopassaggio al ricorso ad una modifica dello svincolo esistente, passando per la realizzazione di un’arteria sopraelevata. La certezza definitiva arriverà soltanto con la definizione della progettazione esecutiva. Documento nel quale sarà indicato necessariamente il cronoprogramma e gli step del cantiere.
Scavi che interesseranno una grossa fetta di città e che permetteranno di chiudere il semianello superiore del tram. Undici chilometri di linea ferrata che in pratica consentiranno di muoversi dalla Stazione Centrale alla Stazione Notarbartolo circumnavigando la città. Ma gli interventi non si limiteranno solo a questo, come ha spiegato venerdì 31 maggio l’assessore alla Mobilità Sostenibile Maurizio Carta. “Lì dove passerà il tram, arriveranno anche le opere complementari che permetteranno di sistemare strade, marciapiedi ed arredo urbano. Inoltre, stiamo immaginando che attorno alle nuove linee si possano collocare nuove funzioni, evitando un concentramento di uffici ed attività solo nel centro”.
Carta: “Ad oggi utenza troppo specifica”
L’obiettivo, secondo Carta, è quello di rendere il tram di Palermo un sistema di riferimento per l’intera città. “Ad oggi è utilizzato da una domanda molto specifica“, ha ammesso l’esponente della Giunta Lagalla. Una considerazione non da poco visto che l’opera in questione, una volta completata, dovrebbe garantire un utilizzo da circa 20 milioni di biglietti all’anno. Un processo che sarà lungo e che passa dal destino del primo pacchetto di opere. Si aprirà, come sopra detto, con la linea C. Poi si proseguirà con la linea B. Una tratta che collegherà la stazione Notarbartolo alla stazione Giachery e che permetterà di congiungere in futuro il semianello superiore a quello inferiore. Un’operazione non da poco, visti anche gli interventi che stanno interessando il metrotreno di Palermo.
“Stiamo accelerando insieme ad RFI tutte le procedure per completare l’anello ferroviario – ha evidenziato Maurizio Carta -. Un’opera importante che permetterà di muoversi senza usare l’auto in centro. Il passante ferroviario sarà un altro elemento chiave, in quanto diventerà una dorsale d’attraversamento della città”. E, a proposito di attraversamenti, la linea B garantirà un collegamento diretto fra due delle fermate chiave dell’anello ferroviario. C’è però un problema da risolvere, ovvero l’impatto che il cantiere avrà sul traffico. Via Notarbartolo infatti è una delle arterie più trafficate di Palermo. Costituisce uno dei pochi assi di connesione fra l’asse del porto alla circomvallazione.
Le sfide della linea B
Un elemento da non sottovalutare soprattutto alla luce degli effetti che, in passato, il tram ha avuto sulla viabilità della città. Per citare un esempio, il primo che viene in mente è la strettoia che si è creata sul ponte della stazione Notarbartolo. Un imbuto che, giornalmente, causa disagi a migliaia di automobilisti. Una questione sulla quale, ad inizio maggio, il sindaco Roberto Lagalla ha annunciato degli interventi che saranno compresi nel restyling generale che interesserà il terminal Notarbartolo. Inizialmente, l’Amministrazione aveva pensato di chiedere alla Regione l’utilizzo di una parte dei fondi FSC per eseguire un raddoppio del viadotto sopra la stazione Notarbartolo. Operazione che però, con il tempo, è stata ritenuta troppo onerosa dal punto di vista burocratico. Si è quindi deciso di virare verso un’altra soluzione, più semplice ma che al contempo potrebbe permettere di guadagnare metri preziosi. La porzione della linea tramviaria che attraversa il ponte dovrebbe diventare senza barriere e ad una sola corsia.
Tram a Palermo, la partita si gioca sui parcheggi
Ma il tram non è solo linee ferrate, ma soprattutto opere accessorie. L’idea alla base dell’infrastruttura è quella di convincere il cittadino palermitano a muoversi con i mezzi pubblici. Fatto che porta ad un logica necessità: i parcheggi. Spazi che alla città servono come il pane ma che sono difficili da reperire. All’interno del progetto tram, sono inseriti sette nuovi parcheggi d’interscambio. Ma almeno per il momento, i bandi effettuati per l’assegnazione dei lavori sono andati a vuoto. Fatto sul quale l’Amministrazione non si è scoraggiata. Anzi, l’assessore Maurizio Carta rilancia gli obiettivi del progetto. “Abbiamo inserito un altro elemento, ovvero un piano parcheggi d’interscambio. Sono previste venti nuove strutture. Alcune sono esistenti e vanno migliorate, altre vanno realizzate ex novo. Sei saranno sulla circomvallazione, in modo da ridurre anche il traffico d’ingresso. Sette parcheggi saranno invece attorno al centro storico, in modo da agevolare la fruizione della ZTL. Il resto saranno attorno all’area centrale. Sommando questi elementi, si ha un’idea di città in cui la mobilità sostenibile diventa una vera alternativa”.
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