Anche Palermo si ferma e riflette sull’ennesimo tragico femminicidio, quello di Giulia Cecchetin. “Un minuto di rumore” è stato celebrato al liceo classico Vittorio Emanuele II. Un modo per esternare la propria commozione e al contempo per alzare l’attenzione verso il fenomeno della violenza sulle donne. Un’iniziativa spontanea nata dai ragazzi, un modo per far sentire la propria voce. E soprattutto per dire “no” alla violenza, qualsiasi essa sia.

Il lungo applauso

I ragazzi si sono ritrovati davanti alla scuola qualche minuto prima del suono della campanella di inizio lezioni. Quindi, anziché fare il classico “minuto di silenzio”, hanno dato vita al “minuto di rumore”. Un lungo applauso, durato diversi minuti, accompagnato da qualche urlo. Ad esternare la voglia di cambiamento, la necessità di un nuova cultura che si allontani dagli stereotipi del patriarcato. Tutti i ragazzi hanno alzato le mani al cielo ed applaudito, sul viso anche il tipico segno rosso con cui si dice “no” alla violenza sulle donne.

La tragedia

Giulia Cecchettin, 22enne veneta, è stata uccisa con diverse coltellate alla testa, al collo e in altre parti del corpo. Sono state inferte con grande violenza da Filippo Turetta, arrestato due giorni fa vicino Lipsia, nel sud della Germania. Risulta dall’ispezione esterna della salma, svolta dal medico legale. Giulia ha subito molte ferite anche sulle mani, segno che ha tentato di difendersi. Si è appreso, inoltre, che il corpo di Giulia è stato trovato da un cane di 4 anni, un flat coated retriver di nome Jageer. L’animale ha avvertito la presenza di Giulia nel bosco e ha condotto il padrone dalla ragazza.

Il messaggio della sorella sui social

Elena, la sorella di Giulia, su Instagram, in una storia, ha scritto: “Io non starò mai zitta. Non mi farete mai tacere”. Inoltre, ha citato l’attivista peruviana Io non starò mai zitta. Non mi farete mai tacere: “Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.

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