«Sto interpretando le emozioni che ci sono nel tessuto politico siciliano per troppo tempo latenti e una di queste riguarda la Democrazia Cristiana che sto provando a fare ricrescere. Sto cercando di fare una DC nuova che dovrà appartenere a tutti gli elettori che la voranno votare e che avrà per protagonista una classe dirigenti di giovani».
Così Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana, in collegamento con Casa Minutella, il talk show condotto da Massimo Minutella, andato in onda in diretta su BlogSicilia.it.
«Sono in quest’esperienza – ha proseguito Cuffaro – perché è utile che, con questi ragazzi, ci sia qualcuno che faccia partire la macchina. Ma tranquilizzo Gianfranco Micciché, Raffaele Lombardo e altri: non scendo in politica da protagonista per ricandidarmi, non ho nessuna intenzione. Inoltre, anche se volessi, non potrei farlo perché sono interdetto. Anche se ho pagato il mio debito con lo Stato, anche se sono a posto con la mia coscienza perché non ho commesso il reato per cui sono stato condannato e ne porto la pesantezza».
Cuffaro ha poi detto: «È necessario che qualcuno crei una nuova classe dirigente, formata dal punto di vista culturale e dall’approccio alla sensibilità del rapporto con le persone, con capacità di ascolto e di risposta. Questo manca. Io sto provando a cominciare questo percorso e spero con qualche buon consiglio. Già ci sono oltre 250 iscritti. Sto cercando di riaccendere un’emozione, un partito che stia tra la gente, che riapra le sezioni, che riporto il dialogo, che parli e non detti solo condizioni, con una legge elettorale con le preferenze, memore di un grande insegnamento di De Gasperi: “La politica si fa o la si subisce’. Chi oggi diserta le urne, molto probabilmente tornerà a votare la DC perché troverà qualcosa di diverso. E abbiamo già moltissime adesioni».
E dove si collocherà la nuova DC? «Per scelta ideologica sta al centro – ha spiegato Cuffaro – La DC è sempre stato un partito di moderati. E la DC nuova, giovane dal cuore antico, starà al centro. In questo momento, nel Paese il centro non c’è. Quello che è centrodestra, è destra – destra con un po’ di centro. Matteo Renzi ha provare a fare il centrosinistra ma è oggi parte di un centro molto minoritario. Con una legge elettorale proporzionale, i partiti di sinistra e di destra presenteranno i propri candidati e programmi e quelli di centro faranno lo stesso, mettendosi insieme se si vuole ritornare in Parlamento. In Sicilia, poi, sto tentando di posizionare al centro una fascia di elettori che non va a votare fa tempo e non si sente rappresentata dai partiti attuali. Voglio dare luogo a una realtà moderata al centro che sia autonoma. Senza alleati, né a destra né a sinistra».
«Con il Governo di una persona per bene, che è Musumeci, non si sono ancora affrontati i grandi temi di questa terra. Non si è fatto il salto di qualità che si pensava. Si sta continuando in una presenza politica che non sta dando le risposte che molti siciliani si attendevano», ha aggiunto Cuffaro.
L’ex presidente della Regione ha anche affrontato il tema dei Fondi europei: «Ci sono e non credo siano diminuiti rispetto al passato. Se, però, qualcuno pensa che non serve più l’ufficio a Bruxelles, questo mi preoccupa. Se tutto quello che abbiamo, lo prendiamo da Bruxelles, ma non scegliamo di essere lì, si attiva in me la preoccupazione. Le risorse non ci vengono regalate ma dobbiamo andarci incontro per prenderle. In Europa più hai richieste motivate, più ricevi risorse».
A proposito, poi, della mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore regionale Ruggero Razza, Cuffaro ha affermato: «Ci sono state difficoltà ma in un momento così difficile non è opportuno sfiduciare un componente del Governo che sarebbe anche una sfiducia all’intera Giunta. Bisogna stringersi per risolvere i problemi e combattere il nemico in comune, il coronavirus».
E sui termovalorizzatori: «Tutti sono convinti della loro indispensabilità, compresi chi li ha bloccati, come Raffaele Lombardo e Giuseppe Lumia. Ma c’è stata una grande sceneggiata e buffonata. La criminalità e la mafia non era nei termovalorizztori perché i soldi non erano della Regione ma dei privati. Con i termovalorizzatori attivi, lo smaltimento dei rifiuti ci sarebbe costato 75 euro a tonnellata contro i 256 di oggi. Li abbiamo bloccati ma avrebbero fatto risparmiare i Comuni e i cittadini siciliani».
Infine, Cuffaro ha detto: «Ho pagato un prezzo altissimo» e «la Sicilia merita di essere servita e amata e non dilapidata».
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