L’era Toti Amato all’Ordine dei Medici di Palermo continua. Nonostante qualche voce critica, il “più amato dai camici bianchi”, come viene definito, si conferma presidente per il quadriennio 2025-2028, con un consenso ancora maggiore rispetto alle precedenti elezioni. La lista “Rinnovare” di Giovanni Imburgia, con i suoi 368 voti, non ha potuto nulla contro i 1089 di Amato, che stavolta si è presentato con la sola forza del suo cognome.
Settantasei anni, Toro “di cui ho tutte le caratteristiche”, come lui stesso ammette in una intervista concessa al Giornale di Sicilia, Amato si descrive come un uomo crepuscolare, che trova rifugio nella quotidianità con l’adorato gatto Meu (o Meow) nella sua nuova casa a Terrasini: un “castello” di due stanze vista mare con praticello. Tifoso del Palermo, amante della pasta alla palina e dei romanzi di Valerio Massimo Manfredi, ha navigato tra le difficoltà del precedente mandato, tra pandemia e scandalo Bosniagate. Ora lo sguardo è rivolto al futuro e alla preoccupante fuga dei giovani medici all’estero.
Il desiderio iniziale di lasciare
«In realtà, sì. Era da tempo che pensavo di smettere. Ho costruito e credevo di lasciare che altri continuassero il percorso», confessa Amato al Giornale di Sicilia, rivelando un iniziale desiderio di passare il testimone. Il 31 dicembre saluterà il suo vice, Giovanni Merlino, «Una bella persona, un uomo intellettualmente preparato», attualmente impegnato nella Commissione deontologica nazionale e nell’Unione europea dei medici specialisti.
Il segreto di una presidenza così lunga
«Sono l’unico a non provenire da un sindacato. In un certo senso, sono un democristiano doc, un uomo pacifico che ascolta e parla con tutti. Non sono un forcaiolo e, per carattere, cerco di mettere pace: sono per ringiovanire non per rinnovare e dalla mia ci sono tanti ragazzi e specializzandi». Amato ci tiene a chiarire il ruolo dell’Ordine: «Intanto bisogna capire bene cos’è perché in tanti credono che l’Ordine sia solo un ente a difesa dei medici». Il suo compito, spiega, è «garantire che i medici facciano il loro lavoro con professionalità» grazie all’Educazione Continua in Medicina (ECM). L’obiettivo è tutelare il cittadino, assicurando che medici e odontoiatri possiedano i titoli necessari e operino con correttezza.
La politica non lo attrae
La presidenza, un trampolino di lancio per la politica? Amato smentisce, ribadendo la sua libertà e indipendenza: «libertà per me significa decidere dove andare, con chi stare o tornare a casa dal mio gatto». Nonostante le proposte ricevute, la politica non lo attrae: «Mi piace essere medico, non mi piace la politica». Tra i successi del suo mandato, cita l’acquisto di Villa Magnisi, sede dell’Ordine, e il riconoscimento dell’Agenas come primo ente formativo. Per la sua rielezione, ha ricevuto «Solo tanti messaggi di stima e d’affetto». Infine, una nota personale: le figlie hanno scelto l’insegnamento, interrompendo la tradizione familiare in medicina. E il suo più grande rammarico? «Quello d’essermi separato. Una stupidaggine ma ero giovane e non ho saputo affrontare i drammi che la vita può riservare…».
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