Palermo

Tornano le ex province ad elezione diretta ma solo in Friuli Venezia Giulia

Le ex province tornano ma solo in una regione italiana e non è la Sicilia. La tendenza alla riforma che ritorno ad introdurre gli enti intermedi ad elezione diretta da parte dei cittadini si conferma in tutto il paese ma non è una priorità del governo nazionale ne del Parlamento anche se non c’è una contrarietà diffusa. la politica insomma, si è accorta della stupidità di molte delle riforme dell’epoca dei tagli indiscriminati.

Il sì alle Province ma solo in Friuli venezia Giulia

Così arriva il primo via libera dall’Aula della Camera alla proposta di legge costituzionale che modifica lo statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia, reintroducendo in sostanza le ex Province. Nello statuto regionale vengono, infatti previsti “enti di area vasta, titolari di funzioni amministrative proprie e con organi ad elezione diretta, accanto ai comuni o città metropolitane e alla Regione”. I voti favorevoli sono stati 150, i contrari 91, gli astenuti 15. E’ il primo passaggio dell’iter costituzionale che prevede che la proposta passi da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi.

Il percorso corretto per una legge di iniziativa regionale

Si tratta del percorso corretto per una legge regionale, anche di una regione a Statuto speciale, per reintrodurre le province. Il perché di questo iter lungo e complesso sta nel pronunciamento della Suprema Corte che ha dichiarato in modo chiaro la legittimità della legge Delrio, che le province le abolì, definendola altrettanto legittimamente (come chiaramente indicato nella medesima norma come grande riforma di sistema e dunque applicabile anche alle Regioni a Stati Speciale.

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Le due (o tre) alternative per la Sicilia

Ciò detto se la Sicilia vuole, come vuole, tornare alla ex province ha due alternative c he possono diventare anche tre. La prima alternativa è perseguire un percorso analogo a quello del Friuli e approvare una legge di rango costituzionale che dopo il via dal parlamento siciliano dovrebbe seguire l’iter attualmente in corso per lo stesso Friuli dunque doppia lettura alla Camera e doppia lettura al Senato. Può contare sul favore politico del momento e, adesso, anche sul precedente del Friuli ma ci vuole tempo. nel migliore di casi un paio d’anni.

La seconda alternativa è quella di accantonare l’idea e attendere che il parlamento nazionale abroghi la legge Delrio, cosa che intende anche fare ma che non è una priorità. I tempi potrebbero essere perfino più lunghi e l’abrogazione sarebbe, comunque,m seguite da una nuova legge nazionale da valutare visto che non si può lasciare il paese  e gli enti di area vasta in una sorta di limbo peggiore dell’attuale.

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Le elezioni di dicembre

In entrambi i casi passare da elezioni di secondo livello e lasciare che gli eletti svolgano almeno un mandato appare quasi del tutto inevitabile.

Altrimenti esiste la terza alternativa, quella a cui  si sta pensando stando alle notizie delle ultime 48 ore ovvero fare una legge di riforma regionale e andare allo scontro in Corte Costituzionale per sostenere che la Sicilia ha comunque diritto alla sua riforma in virtù del suo Statuto “specialissimo”. in questa ultima ipotesi si potrebbe probabilmente contare sull’amicizia del governo nazionale che potrebbe non impugnare la legge regionale ed evitare il vaglio Costituzionale. Ma il vero scoglio sarebbero le contrarietà interne da parte di chi teme che, comunque, anche in assenza di un ricorso del Consiglio dei Ministri, qualunque privato cittadino o politico personalmente interessato possa legittimamente impugnare la norma e causarne lo stop e, dunque, il caos amministrativo (come se gli ultimi undici anni non fossero bastati sul fronte del caos gestionale e amministrativo)

La scelta siciliana

Sul fronte dei contrari “interni” c’è anche l’ala azzurra che fa capo all’eurodeputato Marco Falcone per il quale un tentativo inn questo senso sarebbe l’ennesima figuraccia (ben si ricorda ancora il recente stop in aula all’Ars). Quale sarà la scelta siciliana e quale possa essere l’eventuale asso nella manica lo sapremo entro un paio di settimane

 

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