E’ tornata dalla Lombardia ed è andata a trovare il nonno che stava in una residenza assistita a Villafrati. Così quello di Villafrati rischia di essere un pericoloso focolaio.
Sono infatti sedici gli anziani positivi al Coronavirus ospiti della residenza sanitaria assistita (Rsa) del comune di Villafrati: l’intera struttura è in isolamento da ieri pomeriggio con dentro oltre cento persone fra dipendenti e ospiti di cui si attende l’esito del tampone.
Undici anziani, quelli che presentavano sintomi più gravi nella notte sono stati trasportati all’ospedale di Partinico, appena allestito per ricevere i contagiati da Covid-19 che già ospitava quattro pazienti arrivati da Palermo.
“Stiamo facendo il massimo per contenere il contagio – ha commentato il sindaco di Villafrati Francesco Agnello nel corso di una diretta Facebook – Nella struttura lavorano molti nostri concittadini, ma anche persone dei comuni vicini. Ho fornito agli altri sindaci l’elenco delle persone che hanno lavorato nella struttura dal momento del probabile primo contagio. In modo che possano avviare anche loro le indagini per mappare contatti e spostamenti dei soggetti che lavorano nella nostra Rsa e che potenzialmente potrebbero essere positivi”.
Secondo quanto ricostruito dalla task force regionale contro il contagio, il virus sarebbe arrivato nella Rsa di Villafrati portato da una giovane rientrata dalla Lombardia nei primi giorni di marzo. La ragazza sarebbe andata a salutare il nonno ospite della struttura. La giovane avrebbe cominciato ad avvertire i sintomi quattro-cinque giorni dopo la visita all’Rsa, e si sarebbe sottoposta al tampone risultando positiva. Solo allora è scattata l’indagine a ritroso dei suoi incontri e si è arrivati alla vita alla Rsa di Villafrati, dove contemporaneamente i casi di febbre fra gli anziani stavano cominciando a manifestarsi.
Giovedì scorso sono stati effettuati 17 tamponi agli ospiti della struttura i cui risultati sono arrivati ieri pomeriggio. Tutto il personale in servizio giovedì, per senso di responsabilità, è rimasto all’interno della Rsa, ma questo rischia di non bastare: dal momento dell’ipotetico contagio della nipote scesa dalla Lombardia al primo allarme sono passati diversi giorni in cui il personale della struttura si è alternato al lavoro secondo i turni ed è tornato a casa. “Ci stiamo preparando al peggio – dice il sindaco Agnello – tutto dipenderà dall’esito degli oltre cento tamponi fatti da ieri pomeriggio al personale. Per ora è prematuro pensare ad una zona rossa sul modello di Codogno ma fra due ore la situazione potrebbe richiederlo. Siamo pronti a tutto”.
Nella struttura ci sono 60 anziani assistiti dalla Rsa e 75 dipendenti. Sono stati eseguiti oltre un centinaio di tamponi.
Commenta con Facebook