Una mostra che unisce i vari step dell’arte in un filo d’oro fra passato e presente, alla scoperta dei segreti della Sicilia e, in particolare, della Cappella Palatina. Il gioiello di Palermo apre le sue porte al pubblico e svela i suoi misteri nella mostra “Thesaurus”, inaugurata questa mattina a Palazzo Reale. Un viaggio nel mondo del pluralismo culturale, linguistico e religioso, articolato in vari momenti storici. Dalle conca battesimale con richiami bizantini a due opere della transavanguardia del maestro Mimmo Paladino. Patrimonio che il pubblico potrà ammirare da oggi, 12 dicembre 2023, fino al 30 settembre 2024.
La mostra inaugurata a Palazzo Reale
La mostra è frutto di una sinergia tra la Fondazione Federico II e il Fondo Edifici di Culto (Ministero dell’Interno), alla quale hanno collaborato vari soggetti istituzionali. A rappresentare l’ente di Palazzo Reale è il direttore generale Patrizia Monterosso, la quale ci ha tenuto a sottolineare l’apertura dei segreti della Cappella Palatina non soltanto ad una piccola elitè ma ad un pubblico generalista, sempre più attento all’arte e alla sue sfaccettature. “Più di nove secoli di storia. Un interesse fortissimo di studiosi e visitatori che vedono in Palazzo Reale l’emblema di una civiltà che ha saputo tenere insieme il pluralismo linguistico e religioso, pur tenendo ferma la fede cristiana. Un valore inestimabile, e proprio per questo, patrimonio dell’umanità. Questi reperti saranno fruibili da tutti e non solo da pochi. L’emblema di una custodia di quella storia che ha fatto grande la Sicilia, l’Italia e il Mondo”.
Le opere esposte
Un’esposizione multidisciplinare che parla diversi linguaggi. Da quello della scrittura alla pittura, passando per l’architettura e l’arte ornamentale. Un mondo che trova espressione anche in chiave multimediale, con la proiezione di vari dettagli della Cappella Palatina. “C’è qui una conca battesimale importantissima, la cui gemella si trova al Metropolitan Museum di New York – svelta Patrizia Monterosso -. Una commistione e un dialogo che è traslato anche in chiave contemporanea. Se è vero che questi valori hanno una grande attualità anche oggi, bisognava capire se l’arte è ancora attenta a queste idee generative. E proprio per questo, a fine percorso, ci sono due opere di un esponente della transavanguardia, Mimmo Paladino”. Un’arte che si rinnova attraverso la storia, quasi come lo scorrere di un tempo in linea retta in cui le varie evoluzioni sono soltanto punti, momenti di un racconto unico e meraviglioso”.
“Cultura, se valorizzata, rappresenta un bene”
All’inaugurazione ha partecipato anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno il quale, nonostante i numerosi impegni imposti dai lavori in commissione sulla legge finanziaria all’Ars, ha voluto esserci per ammirare con i suoi occhi il lavoro messo in campo dalla Fondazione Federico II. “Con tutto il Consiglio d’Amministrazione, abbiamo voluto portare questa mostra all’interno di Palazzo Reale – commenta il presidente dell’Ars -. Cerchiamo di mettere al centro le questioni culturali e i nostri tesori. Ci auguriamo di registrare quegli accessi che stanno consentendo alla fondazione non solo di autosostenersi ma di avere dei bilanci positivi. La cultura, se valorizzata nella giusta maniera, rappresenta un bene”.
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