Un progetto, finanziato con fondi dell’Unione europea, che mira a trasformare l’industria del tessile e dell’abbigliamento, riportando la capacità di produzione in Europa mediante l’applicazione di nuovi approcci di business che supportano la progettazione e la produzione locale, riducendo l’impatto ambientale del settore “textile e clothing”.
“Textile & Clothing Business Labs” è stato presentato, ieri pomeriggio, nella sede di Confcommercio Palermo dalla sezione Stilisti e marchi dell’associazione di categoria e si avvale del partenariato del Consorzio Arca dell’Università, alla presenza della presidente Patrizia Di Dio, della presidente della sezione Stilisti e marchi Daniela Cocco, di Fabio Maria Montagnino, Jesse Marsh, Luca Leonardi e Anna Sangiorgi del Consorizio Arca.
Si tratta di una importante iniziativa, che attraverso la trasformazione del settore tessile e dell’abbigliamento, si pone l’obiettivo di incrementare il 5% della capacità produttiva e distributiva in Europa entro il 2025, sfruttando nuovi approcci al mercato internazionale.
“Le aziende di Confcommercio – afferma Daniela Cocco – hanno sposato con entusiasmo il progetto perché coloro che ne faranno parte avranno una grossa opportunità, con la possibilità di dar sfogo alle proprie idee e capacità innovative. Uno staff tecnico-scientifico sarà a disposizione per i nostri associati che vorranno sviluppare la loro creatività per sposare nuove tecniche e realizzare prodotti nuovi che siano anche ecosostenibili”.
“Mentre l’industria vive un momento di profonda crisi, con una costante delocalizzazione spinta dalla ricerca di mano d’opera a basso costo – osserva Patrizia Di Dio – emergono invece opportunità significative da nuove tecnologie di produzione e distribuzione, nuove energie creative e modelli organizzativi. “Textile & Clothing Business Labs” – prosegue – costituisce un’importante occasione per affacciarsi alle piattaforme internazionali, grazie a un progetto condiviso tra vari paesi che sposa un movimento globale capace di trasformare gli abiti che indossiamo”.
La distanza tra i possibili nuovi modelli d’impresa e la realtà delle piccole e micro imprese è però troppo grande e il rischio di sperimentare nuovi modelli è per queste ultime troppo alto e spesso insostenibile. Il progetto – che sostiene quindi la nascita di nuovi approcci nel design, nella manifattura e vendita dei prodotti – intende colmare questo gap con l’introduzione di “laboratori di business” per la progettazione e la produzione dove le implicazioni delle spinte innovative possano essere liberamente sperimentate nelle loro conseguenze concrete per l’operatività d’impresa.
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