E’ un vero e proprio terremoto politico quello che sta avvenendo all’Ars. Un terremoto innescato dallo strappo all’interno di Forza Italia che adesso, però, rischia di dar vita ad alleanze trasversali inedite pensate dal coordinatore azzurro per ‘silurare’ i nemici interni.
Incontri per distribuire le presidenze delle nuove commissioni
Dopo l’azzeramento delle Commissioni Parlamentare, fra oggi e domani, dunque entro il 22 marzo, il presidente Miccichè incontra tutti i gruppi parlamentari per discutere della distribuzione delle presidenze delle sette commissioni permanenti. In totale le poltrone sono dieci considerando anche le commissioni speciali e la sotto commissione randagismo sempre se si rinnoverà
Il patto moderato con l’opposizione
L’accordo proposto è quello che non ti aspetti. Miccichè prepara un patto trasversale fra i partiti che hanno firmato la richiesta che gli ha permesso di azzerare le Commissioni. Un patto, dunque, fra Pd, 5 stelle, Lega, MpA, mezza Forza Italia (senza i dissidenti) e l’Udc (forse). Fuori dal patto resterebbero Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima e attiva Sicilia, di fatto le forze più vicine a Musumeci (oltre i dissidenti azzurri).
Le poltrone contese
In questo patto la proposta di Miccichè sarebbe di una presidenza al Pd, una ai 5 stelle e cinque da dividere fra Forza Italia, Lega, MpA e Udc. I pentastellati, però, rivendicano due presidenze e potrebbero spuntarla soprattutto se non si chiude l’accordo con l’Udc. l’importante, per Miccichè, è lasciare fuori i dissidenti per il resto punta solo a riportare in sella l’ex assessore regionale alle autonomie Locali Bernadette Grasso, commissario azzurro a Messina e che lasciò la poltrona a Marco Zambuto, ora dissidente. Alla Grasso andrebbe la presidenza della II Commissione, la Bilancio, guidata fino alla scorsa settimana da Riccardo Savona. Poi al Pd andrebbe l’Antimafia, ai 5 stelle territorio e ambiente e forse la Cultura (o all’Udc), alla Lega la Sanità, agli Autonomisti gli Affari istituzionali mentre le Attività produttive sarebbe la seconda presidenza forzista e resterebbe in ballo la Commissione Ue così come le altre Speciali (Statuto e Randagismo in testa)
Il governo regionale
Una simile scelta metterebbe Musumeci nelle condizioni di fare un passo avanti in giunta assegnando ad uno dei suoi l’assessorato alla Formazione che si libera a fine mese. Per la poltrona lasciata da Roberto Lagalla, infatti, ci sarebbe pronto il capogruppo di Diventerà Bellissima Alessandro Aricò ma Musumeci tentenna nella nomina perchè ci sono equilibri fra le forze politiche da mantenere in giunta. Ma se Miccichè, nell’ambito della sua faida interna a Forza Italia, dovesse scegliere di tagliare fuori dalle nomine anche FdI e Db allora è probabile che anche il governatore si ritenga libero nelle scelte da fare per la giunta e risponda con la nomina di Aricò che potrebbe preludere ad altre importanti scelte in giunta per gli ultimi otto mesi di legislatura.
Clima che si complica
Un clima difficile e un quadro che si complica sempre di più, quindi, nell’ambito del quale non c’è da escludere nulla, neanche l’eventualità di un rinvio delle elezioni amministrative per farle coincidere con le regionali. Una idea che a tratti ha solleticato più di una volta la politica regionale. ma mettere tutto insieme può essere tanto un vantaggio quanto uno svantaggio e valutare i pro e i contro non è semplice in questo quadro soprattutto alla luce delle elezioni di Messina e alla sfida lanciata anche alla regione da Cateno De Luca
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