Palermo ha ricordato il giudice Cesare Terranova e il maresciallo della polizia di Stato, Lenin Mancuso, a 44 anni dall’omicidio mafioso che stroncò le loro vite. Sotto al murales che li ritrae, sul prospetto laterale della scuola media Piazzi di Palermo, questa mattina le corone di fiori in onore dei caduti sono state deposte dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla, dall’assessore regionale alle infrastrutture Alessandro Aricò. Il picchetto d’onore della polizia di Stato ha suonato il silenzio, mentre una delegazione di Magistrati e delle forze dell’Ordine, ha reso omaggio al Giudice e al suo inseparabile amico.

Terranova e i processi contro i clan corleonesi

Cesare Terranova è stato il primo giudice ad intuire la metamorfosi di Cosa Nostra ed a lanciare l’allarme sulla scalata al potere del clan di Corleone, stirpe sanguinaria che da Luciano Leggio a Matteo Messina Denaro, ha segnato in noir la storia del nostro paese. I processi istruiti da Terranova – costruiti su materiali probatori raccolti meticolosamente da quel gran poliziotto che era Lenin Mancuso – non andarono a buon fine, non riuscendo a scardinare quella solida roccia di omertà, connivenza e protezioni politiche e massoniche che era la mafia di fine anni sessanta.

L’esperienza di Terranova in Parlamento

Da quell’esperienza, tuttavia, Terranova comprese che era necessario intervenire ad un livello diverso da quello della prevenzione. Per questo si dedicò alla politica, venendo eletto come indipendente per il Pci al Parlamento Italiano. Dalla Commissione Antimafia, sempre contando sul prezioso contributo dell’amico Lenin, il giudice prestato alla politica tracciò un profilo inedito e inquietante degli assetti criminali e, al tempo stesso, riuscì a gettare le basi di quella che sarebbe divenuta la legislazione antimafia.

Quasi come una legge del contrappasso, il ricordo di Terranova e Mancuso, primi a individuare la cosca corleonese e portarla alla sbarra, arriva nel giorno della morte di Messina Denaro, ultimo padrino corleonese. Per Carmine Mancuso, figlio di Lenin e già senatore, “sembra quasi un segno di volontà divina. La morte accomuna tutti, ma c’è chi muore da eroe e chi muore da mafioso”.

Una riflessione sul futuro della lotta alla mafia arriva da Antonello Cracolici: “ di strada ne è stata fatta e se oggi la nostra legislazione antimafia è all’avanguardia nell’Europa e nel mondo lo si deve a uomini come Cesare Terranova e Lenin Mancuso”.

L’appello per completare il film di Scimeca

Anche il regista Pasquale Scimeca ha partecipato alla commemorazione. Il regista sta ultimando il film dedicato proprio ai due eroi ricordati oggi. Ma non va tutto bene: la produzione è a un passo dall’essere completata, ma per compiere quell’ultimo passo sono necessarie risorse economiche che si stenta a trovare. Nei giorni scorsi, i parenti di Lenin Mancuso hanno inviato una lettera aperta per sbloccare una situazione paradossale, che rischia di compromettere, o comunque rallentare, la conclusione di un’opera artistica dall’alto valore morale e culturale.

Tamajo, “Terranova un precursore illuminato nella lotta alla mafia”

Un ricordo di Terranova e Mancuso arriva anche da Edy Tamajo, assessore regionale alle attività produttive. “Il Giudice Terranova – sottolinea l’esponente del governo regionale – è stato uno dei primi a capire che la mafia stava subendo una trasformazione, verso quella imprenditoria che ha distrutto la bellezza urbanistica di Palermo, accaparrandosi appalti e privilegi. Il giudice già allora evidenziava il bisogno di leggi adeguate, polizia efficiente e giudici sereni”.  Tamajo, nell’esprimere il suo cordoglio ai familiari del giudice Terranova e del maresciallo Lenin Mancuso, invia “un caloroso abbraccio all’amico Carmine Mancuso, il figlio di Lenin, poliziotto e politico da sempre in prima linea contro la mafia; sia come uomo che come presidente ‘dell’Associazione per onorare la memoria dei caduti nella lotta contro la mafia”.

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