Fatti i Sottosegretari ora tutti i nodi vengono al pettine in Sicilia. A Roma non ci sono più posti da occupare e di conseguenza il centrodestra deve ‘impastare’ con la farina e l’acqua che si ritrova. Inutile dire che le tensioni ci sono: i desideri dei partiti superano i posti disponibili e poi c’è sempre l’incognita Miccichè.
Primo scoglio sarà l’elezione del Presidente dell’Ars. Per garbo istituzionale e regole non scritte la presidenza del Parlamento spetta ad un esponente di Fratelli d’Italia e che provenga dalla Sicilia orientale.
Il partito di Giorgia Meloni, però, pur rivendicando la più alta poltrona di sala d’Ercole, non ha ancora espresso un nome univoco. I meloniani si presentano con una terna di possibilità. Il profilo che più si avvicina a quello che detta il bon ton istituzionale è quello di Gaetano Galvagno eletto a Catania e gradito al presidente del Senato Ignazio la Russa. A Galvagno, però, viene contestata non solo la giovane età ma anche e soprattutto la scarsa esperienza Parlamentare che non ne farebbe la figura migliore per tenere le fila di un parlamento che ha bisogno di una figura autorevole.
Allora l’alternativa è il ragusano Giorgio Assenza ma dentro Fratelli d’Italia si fa anche il nome del Palermitano Alessandro Aricò. Lui avrebbe l’esperienza ma ad ostacolarlo c’è l’essere eletto a Palermo come il presidente della regione.
Ma a rompere la tradizione pensa con forza Gianfranco Miccichè che gira fra i deputati e i partiti alla ricerca di un accordo che gli permetta una presidenza bis. Contro di lui proprio l’essere palermitano e dello stesso partito del Presidente Schifani
Della partita fa parte anche la scelta dei Vice Presidenti, dei deputati Questori e dei segretari. I due vice presidenti spettano uno alla maggioranza e l’altro all’opposizione. per quello del centrodestra la scelta va di pari passo con quella del presidente. A sinistra la partita è unica ma non ci sono ancora nomi.
Il vice presidente dovrebbe spettare ai 5 stelle, il questore al Pd e il deputato segretario a Sicilia vera di Cateno De Luca ma questi ultimi due sono posti invertibili in base a trattative e accordi.
Per la giunta tutto resta in sospeso in attesa del 10 novembre e dell’elezione conseguente del Presidente dell’Ars. I nomi di Assenza e Aricò fatti per la presidenza, infatti, sono anche nel possibile elenco degli assessori così come per Miccichè spuntare la partita per l’Ars significherebbe anche dover rinunciare all’assessorato sanità fino ad ora rivendicato. Una partita a scacchi per la quale mancano ancora diversi pedoni