Ci saranno due termovalorizzatori che bruceranno i rifiuti indifferenziati, una decina di impianti di compostaggio. E’ questo il succo del “piano rifiuti” del governo regionale targato Renato Schifani. In questo modo si supera una volta per tutte ilo tema dell’impossibilità di realizzare i “bruciatori” della spazzatura. Il varo del piano consente di superare questo limite. A regime si parla di 600 mila tonnellate di spazzatura che verranno smaltite nei termovalorizzatori. Altra gran parte finirà negli impianti di compostaggio. Solo una minima parte di indifferenziata potrà essere trattata. In pratica finisce quasi del tutto l’era delle discariche vecchio modello.
Gli obiettivi
Ogni termovalorizzatore potrà smaltire 300 mila tonnellate e ci sarebbe anche l’intesa con le Srr, la società di regolamentazione territoriale che gestiscono il servizio rifiuti nelle varie province. A stretto giro di posta la differenziata dovrà salire dall’attuale 50 al 65 per cento. Entro il 2035 l’indifferenziata dovrà invece scendere sotto il 10 per cento. Gli impianti di compostaggio saranno da un minimo di 9 ad un massimo 12. Infine, a livello impiantistico, nasceranno nuovi Tmb. Si tratta di macchinari che fanno trattamenti meccanico-biologici a freddo dei rifiuti indifferenziati, i residuali dopo la raccolta differenziata. In pratica sfrutta l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali la digestione anaerobica e il compostaggio. Appositi macchinari separano la frazione umida dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti, ecc.). Quest’ultima frazione può essere in parte riciclata oppure usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (Cdr), rimuovendo i materiali incombustibili.
Novità anche per le industrie
Per evitare produzione di indifferenziata la Regione in questo piano ha anche previsto delle direttive per le industrie. Ad essere recepite due direttive europee che impongono alle industrie l’utilizzo nella loro produzione di materiale riciclabile.
I tempi ancora lunghi
Il nuovo “Piano rifiuti” non è che si attuerà in tempi brevissimi. Sul piano burocratico dovrà fare i suoi passaggi politico-istituzionali. Si dovranno attendere le eventuali opposizioni da parte delle associazioni di categoria. Quindi, sulla base di queste, l’assessorato dovrà ricomporre e sistemare il testo. Quindi il testo dovrà passare il vaglio della Cts, la commissione tecnico specialistica, e infine del governo nazionale.
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