A Palermo il convegno della European House Ambrosetti

Termovalorizzatori entro due anni in Sicilia, dai rifiuti all’energia, ecco il piano

Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin non ha dubbi: la Sicilia si doterà presto dei Termovalorizzatori e lo Stato la accompagnerà in questo percorso, lo ha detto a margine della seconda edizione del Forum Risorsa Mare, organizzata da The European House Ambrosetti al Marina Yachting di Palermo.

C’è già un piano condiviso fra Regione e Ministero al quale mancano passaggi formali ad iniziare dall’assenza, fino ad oggi, di un più generico piano rifiuti che deve prevedere tutto ciò che intorno ai termovalorizzatori si muove e “giustificare” la loro realizzazione: dalla raccolta differenziata ai sistemi di conferimento, dalle discariche della frazione residua alle sovra aree territoriali. Dopo il passaggio in commissione che si esaurirà nei prossimi giorni e che comunque non è vincolante, solo il parere del cgA potrebbe arrestare un iter che viene però considerato blindato e che darà il via libera alla realizzazione dei due impianti di Palermo (Bellolampo) e Catania (area industriale)

“Con il governo nazionale abbiamo incaricato come commissario il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che sta andando avanti con il piano rifiuti e la Sicilia si doterà presto dei termovalorizzatori” ha confermato il Ministro. E con l’approvazione del decreto omnibus arriveranno ulteriori poteri speciali al commissario Schifani

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Lo stato di avanzamento

E la regione ha già pronto il suo cronoprogramma. il piano rifiuti vedrà la luce entro la fine del 2024, ed esattamente nel mese di novembre. da allora si potranno lanciare le procedure per i termovalorizzatori. Per realizzarli servono due anni. Almeno il primo, il più piccolo, potrà essere realizzato entro il 2026, insomma entro la legislatura.

Discariche, residui e scorie

restano da individuare i siti per la collocazione della frazione non riciclabile ma c’è anche il tema delle scorie, ovvero dei rifiuti speciali. Per il Ministro occorrerà individuare un unico sito che sia anche destinatario delle scorie pericolose. Uno solo, non discariche diffuse. E quando parla di scorie si riferisce non a quelle nucleari ma alle cosiddette scorie quotidiane, quelle degli ospedali, le scorie degli uffici, quindi quelle civili, che in questo momento sono stoccate un po’ ovunque in tutte le regioni italiane ci sono depositi.

La tutela del mare

ma il Ministro si è concentrato anche su tanto altro a partire dalla  “Risorsa Mare”, “L’Italia e la Sicilia devono puntare al mare, che per altro è anche il mare più bello del mondo. Il Mediterraneo rappresenta soltanto l’1 per cento delle acque marine mondiali, ma a livello di economia ha un valore complessivo del 15 per cento di tutti i traffici che si sviluppano sulle rotte marine” ha detto dettando le linee guida delle strategie per la tutela del mare.

Mare, una risorsa da 180 miliardi di euro l’anno

Il mare contribuisce al Pil nazionale con un valore complessivo di 180 miliardi di euro, mentre la gestione delle risorse sottomarine (tema affrontato dal Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, nella prima giornata del convegno, viene stimata nel futuro prossimo in 400 miliardi di valore di produzione.  Ma sono  tante le criticità da affrontare per la tutela di quell’ecosistema. Dallo sfruttamento offshore alla tutela delle coste.

Offshore, in Sicilia uno dei due porti attrezzati per l’energia

Rispetto al tema dell’Offshore, Pichetto Fratin ha ricordato quale sia la strategia del governo nazionale: quando parliamo di grande off shore è evidente che  pensiamo ad impianti che debbano essere a notevole distanza dalla costa. E’ previsto un decreto in tal senso, con l’obiettivo di identificare due grandi aree a attrezzare due porti a livello nazionale. E’ probabile che uno di questi due porti sia in Sicilia. Si tratta di un grandissimo investimento”.

Il ministro dell’Ambiente ha anche fatto il punto sul livello di approvvigionamento energetico alla luce delle tensioni geopolitiche. “Come livello di stoccaggio non abbiamo problemi, siamo al livello massimo. Il nostro Paese è molto legato al gas. La questione da valutare, quindi, è proprio relativa alla crisi in Ucraina, perché la chiusura della pipeline di collegamento potrebbe avere effetti di carattere speculativo”.

Al convegno che si è celebrato al Palermo Marine Yatching è intervenuto anche il sindaco del capoluogo siciliano, Roberto Lagalla: “Palermo ha cambiato il modo di guardare il mare e ci sono parecchi interventi sulla rigenerazione della Costa. Basti pensare al Molo Trapezioidale ma anche agli interventi programmati per il recupero della Costa Sud. Il mare non è più soltanto un attrattore turistico ma un fattore di sviluppo economico e sociale concreto”.

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