“Un uomo è stato fermato e denunciato per avere cercato di consegnare droga ad una familiare reclusa. Non appena si è accorto della presenza dei cani antidroga il parente ha inghiottito la dosa di stupefacente. Scena che è stata vista dagli agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere Pagliarelli di Palermo”. E’ quanto dice Calogero Navarra, segretario del Sappe.
L’uomo è stato perquisito e come disposto dal pm di turno in ospedale sono stati eseguite delle radiografie che hanno confermato la presenza dell’involucro ingerito. Alla fine l’uomo ha ammesso tutto. “Il plauso del Sappe va alla professionalità, abnegazione e astuzia del personale del corpo di polizia penitenziaria – dice Donato Capece segretario generale del Sappe – che, ancora una volta in maniera brillante, con immediata risoluzione investigativa e con un professionale intervento hanno stroncato sul nascere la detenzione e l’uso di droga in carcere”.
Introduceva in carcere profumi, regali di vario tipo e anche droga per un detenuto. In cambio riceveva soldi da due donne, familiari del carcerato. I carabinieri hanno scoperto tutto ed arrestato un sovrintendente della polizia penitenziaria di Noto, nel Siracusano. Indagato anche un complice che copriva i vari passaggi.
L’operazione dei carabinieri dell’aliquota operativa del nucleo radiomobile della compagnia di Noto. Hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Gip del tribunale di Siracusa, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Le motivazioni richiamate nell’ordinanza di arresto confermano quello che è venuto fuori dall’impianto accusatorio formulato dagli inquirenti. Il pubblico ufficiale avrebbe, più volte, stretto accordi con i parenti di un detenuto.
In pratica l’agente introduceva all’interno della casa di reclusione beni di varia natura e anche sostanze stupefacenti. In cambio, secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, avrebbe ricevuto un “compenso”. L’agente di custodia sarebbe arrivato ad offrire la propria disponibilità per far pervenire “regali” e “profumi” ai detenuti da parte di familiari e conoscenti. E riusciva nell’intento di far passare questi sfruttando la sua posizione all’interno dell’istituto penitenziario. Tra i beni oggetto degli illeciti accordi figurano anche significative quantità di sostanza stupefacente diretta ai detenuti. Si riusciva ad introdurre la droga mescolandola in particolar modo con creme idratanti. In questo modo si eludevano i controlli.
Le indagini svolte dai carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa hanno permesso di far emergere responsabilità penali anche a carico di almeno altre tre persone. Ci sarebbe un complice, incaricato costantemente del ritiro materiale del denaro. Aveva il compito di allontanare ogni possibile sospetto corruttivo dall’agente di custodia. E poi ci sarebbero anche due donne, parenti del detenuto, autrici dei pagamenti mirati a soddisfare le loro illecite richieste.