Si sono spenti ieri gli impianti di Telejato, la storica emittente televisiva di Partinico guidata da Pino Maniaci.
Quest’ultimo, in un video pubblicato sul canale youtube dell’emittente, spiega, con grande commozione e rammarico i motivi della chiusura. Telejato chiude i battenti a causa dello switch off.
La libertà di informazione
“Tramite questi impianti – dice il direttore di Telejato – abbiamo irradiato negli anni servivi, notizie e inchieste in una zona vastissima che noi abbiamo spesso chiamato ‘il triangolo delle Bermude’. Abbiamo informato i cittadini in nome della libertà di informazione. In Sicilia lo switch off sta causando 80 vittime, 80 televisioni che si spegnono e non continueranno a informare il territorio”.
Una chiusura che fa male
Pino Maniaci e Telejato sono noti soprattutto per le numerose inchieste antimafia e per Telejato notizie, il tg che ha raccontato per anni cosa accadeva in un territorio, da Corleone a Partinico ma non solo, ad alta densità mafiosa. “Questa chiusura fa molto male – continua Maniaci tra le lacrime – perché abbiamo raccontato tanto: le operazioni antimafia, gli arresti, l’operato della polizia. Abbiamo ‘accompagnato’ tanti mafiosi all’interno delle patrie galere. Sono stato il primo giornalista ad arrivare nel covo dei Lo Piccolo, siamo stati anche nel covo di Provenzano”.
“Lo Stato ci fa chiudere”
“Oggi si spegne tutto – aggiunge Maniaci -. La mafia con i suoi attentati non era riuscita a farci chiudere, oggi ci riesce lo Stato. Le nostre frequenze sono state vendute al 5G. Tante emittenti sono state tagliate fuori da questo nuovo sistema. Non ci sono più spazi. I grossi network si sono divisi l’Italia, non tenendo conto dei tanti sacrifici fatti nel tempo dalle emittenti televisive. C’è chi si è privato di qualche pasto pur di pagare le bollette delle utenze”.
Servono 40mila euro
Maniaci lancia il suo appello: “Telejato ha bisogno di 40mila euro l’anno per sottoscrivere il contratto con il gestore che ci darà il passaggio alla nuova tecnologia. Saremo costretti a pagare, lo faremo insieme a voi e al prezzo di tanti sacrifici. Noi vogliamo continuare a informare la gente e a raccontare tutto quello che altri non raccontano e mai vi faranno vedere”.
Un arrivederci e una promessa
Ma quello di Pino Maniaci è soltanto un arrivederci. Dura tuttavia la sua presa di posizione nei confronti di quanto sta accadendo. “Il Governo – conclude – sta calpestando gli articolo 4 e 21 della Costituzione. Sta togliendo a centinaia di cronisti la possibilità di svolgere il proprio lavoro. Noi cercheremo di resistere e restare insieme a voi. Ringrazio le centinaia di ragazze e ragazzi che negli anni sono stati con noi, la vostra scuola di giornalismo continuerà ad esistere. Infine una promessa: Telejato tornerà”.
Telejato attiva da tanti anni
Telejato è stata fondata nel 1989 da Alberto Lo Iacono. Pino Maniaci, imprenditore edile, rilevò l’emittente nel 1999 in stato di “imminente collasso finanziario”, a causa dei debiti contratti dalla sua precedente gestione, saldati successivamente da Maniaci. Nasce quello che viene definito da alcuni “il telegiornale più lungo del mondo”, con la durata anche di due ore.
Negli anni l’attività dell’emittente si è caratterizzata per la sua opera di informazione orientata alle notizie relative alla criminalità organizzata.
Altri temi trattati sono quelli relativi alla gestione amministrativa, questione ambientale, economia, degrado del clima politico, speculazioni sul territorio. Tra i collaboratori dell’emittente vi è anche Salvo Vitale, già conduttore con Peppino Impastato di Radio Aut.
Pino Maniaci negli anni da editore passò a realizzare i servizi giornalistici.
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