A rischio il cantiere per la chiusura dell’anello ferroviario di Palermo ed altri grandi opere infrastrutturali. Se la tecnis non sarà in grado di riprendere i lavori al più presto il Comune di Palermo è pronto a chiedere la revoca dell’appalto.
Ad annunciarlo è stato il sindaco Orlando durante una conferenza stampa. la vicenda è lunga e complessa e si sviluppa su tre piani. da una parte c’è il sindaco Orlando che oggi annuncia di aver scritto a Rfi, stazione appaltante dell’opera,m per chiedere la revoca dell’appalto alla Tecnis in difficoltà e che non riesce a portare avanti l’opera.
Il secondo fronte è quello della Tecnis, azienda commissariata dopo le indagini per mafia e che proprio ieri ha bloccato la procedura di ristrutturazione del debito complessivo da 100 milioni di euro e si prepara a chiedere il concordato preventivo, una sorta di pre-fallimento.
In mezzo ci sono gli operai il cui calvario è iniziato con le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la grande società, i cui vertici sono stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Dama nera”. Da tre mesi non ricevono stipendi ed hanno deciso di incrociare le braccia
Oggi, al secondo giorno di sciopero, i 40 dipendenti impegnati nel raddoppio dell’anello ferroviario di Palermo, con una petizione inviata a Rfi, Rete ferrovie italiane, ente appaltante, hanno chiesto di sostituirsi a Tecnis nei pagamenti dei loro stipendi.
A motivare lo sciopero anche la decisione del Cda dell’azienda di ritirare il piano di ristrutturazione del debito.
In questa intricata vicenda Orlando si dice pronto, dunque, a chiedere la revoca dell’appalto, anzi racconta di averlo già fatto. Ma chiede anche che prima di ritirarsi Tecnis chiude le aree di cantiere, tolga le transenne, ripristini l’asfalto e la viabilità. Questo perché per avviare l’opera nuovamente con l’azienda seconda classificata nella gara d’appalto o scorrendo ulteriormente la graduatoria, i tempi sono lunghi. servirebbe almeno un anno. Bisogna, dunque, tutelare commercianti e cittadini.
L’ultima parola spetta a Rfi che è la stazione appaltante e che lunedì incontrerà o sindacati dei dipendenti che chiedono proprio a Rfi di sostituirsi a Tecnis e pagare gli stipendi con i crediti vantati dall’azienda. Mercoledì, poi, incontrerà l’azienda e quello sarà il vero snodo, il momento in cui si capirà se la costruzione della metropolitana di Palermo si fermerà o continuerà.
“La nostra è una scelta politica – ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo delle Aquile e alla quale hanno partecipato anche l’assessora alle Attività produttive, Giovanna Marano, e il capo area della Riqualificazione urbana e Infrastrutture, Mario Li Castri -. Tra martedì e mercoledì dovrebbe essere sciolto il nodo sulla fuoriuscita dalla crisi della Tecnis, ma intanto abbiamo scritto a Rfi. Noi abbiamo creduto in quest’opera fino ad ora, – ha continuato il primo cittadino – ma non possiamo consentire che i commercianti e i residenti, che voglio ringraziare per la disponibilità e che hanno dimostrato di essere cittadini esemplari schierandosi dalla parte dell’anello ferroviario, continuino a subire danni senza una prospettiva certa. Dobbiamo tutelarli”.
“Con la lettera che abbiamo inviato a RFI – ha dichiarato l’assessore alla Riqualificazione Urbana e Infrastrutture, Emilio Arcuri – chiediamo loro, in esecuzione delle norme vigenti, di verificare lo stato dei lavori, poichè siamo fortemente in ritardo e le gravi inadempienze della ditta possono comprometterne la conclusione. Non possiamo
consentire che nel territorio di Palermo si realizzi un’opera con questa lentezza e, tra l’altro, con il pregiudizio sul suo esito finale. Pensavamo di mandare questa lettera già nel mese di novembre, – ha concluso Arcuri – ma lo abbiamo fatto dopo la richiesta della prefettura di Catania di sospendere ogni attività in attesa che si definisse il percorso di Tecnis, cioè la sua fuoriuscita dallo stato di crisi”.
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