L’étoile della danza Giuseppe Picone firma la sua prima coreografia di un intero balletto. E lo fa a Palermo, dove stasera, mercoledì 21 dicembre, alle 20.30, debutterà con un fiabesco Schiaccianoci, uno dei capolavori di Čajkovskij. In scena, insieme con Picone nel ruolo del principe, Ashley Bouder, ballerina principale del New York City Ballet, in quello della principessa- fata confetto. Direttore Aivo Välja, con l’Orchestra e il Coro di voci bianche del Teatro Massimo. L’allestimento è quello del Teatro San Carlo di Napoli, già arrivato a Palermo nel 2011, allora con la coreografia di Luciano Cannito.
“Concludiamo questa nostra stagione – dice il sovrintendente – con un titolo fiabesco, perfetto per il Natale, che introduce un cartellone che andrà avanti fino al 6 gennaio, durante tutto il periodo delle feste. Siamo felici che proprio qui, nel nostro Teatro, un grande danzatore come Giuseppe Picone debutti come coreografo di un balletto”.
Una carriera precoce, quella di Picone, napoletano, classe 1976: a nove anni entra a far parte della Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli e a dodici anni è scelto da Beppe Menegatti per interpretare il ruolo del giovane Nijinsky nell’omonimo balletto accanto a Carla Fracci e Vladimir Vassiliev. Ha interpretato i ruoli principali nei balletti più importanti del repertorio classico: Giselle (Deane, Fracci, Jude,Mc Kenzie), Il Lago dei Cigni (Nurejev, Mc Kenzie, Dowell, Jude), Cenerentola (Corder, Stevenson), Romeo e Giulietta (Nurejev, Mac Millan, Jude), Lo Schiaccianoci (Stevenson, Holmes, Mc Kenzie, Amodio, Deane). Ospite di numerose compagnie, tra cui il Royal Ballet di Londra, Staatsoper di Vienna, Het National di Amsterdam, Los Angeles Dance Theatre, Boston Ballet, Ballet National De Bordeaux. Nel 2005 è stato il primo italiano a essere ospite al concerto di Capodanno dell’Opera di Vienna, in diretta televisiva mondiale.
Picone, nominato a luglio scorso direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo, firma una coreografia che parte da quella originale di Petipa ma è in realtà assolutamente personale. “Non so neanche più – dice – dove sia finita la coreografia originale di Schiaccianoci, non è neanche arrivata fino a noi, io mi sono ispirato dall’inizio del balletto fino alla fine su una mia idea, sia registica che coreografica. È tutto frutto di una mia immaginazione personale. Dopo avere ballato Schiaccianoci in tutto il mondo con tanti coreografi, ho considerato con piacere che non ho ritrovato in questa mia coreografia nessun passo di cui sono stato interprete. È difficile liberarsi dai modelli, ma io l’ho fatto in modo spontaneo. Ne viene fuori un balletto molto lineare, molto di classe, come dovrebbe essere Schiaccianoci. Il Corpo di ballo del Teatro Massimo si è impegnato straordinariamente, affrontando difficoltà tecniche non indifferenti, e offrirà senz’altro una bella prova”.
Diverse le innovazioni nel balletto, uno fra tutte riguarda la celebre scena dell’uccisione del re dei topi, che qui invece si ritira e scappa con gli altri topini, “perché questo è uno spettacolo amatissimo dai bambini – spiega Picone – e credo che sia meglio non dare alcuno spazio a scene di questo tipo, seppure stilizzate e simboliche”.
“Stiamo realizzando produzioni create ad hoc per il Corpo di ballo del Teatro Massimo – dice il coordinatore del Corpo di ballo, Marco Bellone – per costruire un repertorio che sia nostro, mantenendo l’intenzione di offrire al pubblico stili e produzioni diverse, in modo da costruire una Compagnia più versatile possibile. In questo caso la Compagnia si confronterà con un balletto di repertorio classico. E anche in questo caso sta rispondendo con un ottimo lavoro, il risultato sarà all’altezza delle aspettative”.
Tre i cast: accanto al primo, che vede nei ruoli principali Giuseppe Picone e Ashley Bouder, c’è un secondo cast con Emil Petrov Yordanov e Marta Petkova, e un terzo cast con Michele Morelli e Francesca Davoli, due danzatori del Corpo di Ballo del Teatro Massimo, “una scelta – spiega Bellone – che si inquadra nella volontà di valorizzazione dei talenti interni”.
Il balletto Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’jč Čajkovskij andò in scena per la prima volta il 18 dicembre 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo dopo un lungo periodo di gestazione. Ispirato al racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann Nussknacker und Mausekönig (Lo schiaccianoci e il re dei topi, 1816) nella versione rivisitata da Alexander Dumas père, il balletto si basa sullo scenario ideato da Ivan Aleksndrovič Vsevolovžskij mentre la coreografia è del francese Marius Petipa.
La vicenda della piccola Clara e del fratello Fritz – come riassume Simona D’Agostino nel programma di sala – è narrata musicalmente attraverso lo sguardo dell’infanzia e procede attraverso un’atmosfera che evoca il passaggio tra sonno e veglia, volendo rappresentare una fuga dalla realtà attraverso atmosfere oniriche. Clara, al culmine di una festa natalizia durante la quale ha ricevuto in dono anche uno schiaccianoci a forma di soldatino, si addormenta e sogna di vivere varie avventure.
Dopo una battaglia con i topi, lo schiaccianoci si trasforma in principe (Atto I) e insieme i due visitano una grotta incantata dove assistono a danze di diversi Paesi (Atto II). Il sogno si interrompe quando la festa finisce e i genitori svegliano la bimba.