Si intitola “Il Piccolo Amleto” ed è uno spettacolo, per la regia e drammaturgia di Claudio Collovà, tratto dalle tragedie relative al primo anno del progetto nominato “A teatro con Shakespeare”, che ha visto il coinvolgimento di minori dell’area penale indicati dal Centro di Giustizia Minorile di Palermo e dai Servizi Sociali per i Minori.
Lo spettacolo, presentato dall’associazione Baccanica, debutta martedì 29 gennaio, alle 21 (repliche il 30 e il 31 gennaio), nello Spazio Franco dei Cantieri culturali alla Zisa (in via Paolo Gili 8), a Palermo e ha la co-direzione di Daniela Mangiacavallo; laboratorio assistenti attrici, Eletta Del Castillo e Giuditta Jesu; i costumi sono di Roberta Barraja. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Il progetto si è svolto in collaborazione con il Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura, il Ministero della Giustizia, il Centro di Giustizia Minorile Sicilia e l’Ussm (Servizi Sociali per i Minori) di Palermo. Al momento i giovani attori stanno provando e si preparano per il debutto all’interno della Sala Perriera dei cantieri culturali alla Zisa.
“Il Piccolo Amleto” parte dalla tragedia di Shakespeare e trova feconda ispirazione in Hamletmachine e Opheliamachine di Heiner Mueller. Lo spettacolo è un’indagine dedicata all’amore, all’abbandono, al tradimento involontario, alla separazione indotta con una particolare attenzione a una coppia, Amleto e Ofelia, che ha l’età dei nostri giovani attori.
“Tratto dell’amore incompiuto tra Amleto e Ofelia – sottolinea Claudio Collovà – lo spettacolo si sviluppa intorno a questo nucleo narrativo considerato centrale. L’elaborazione drammaturgica originale verte su una coppia di amanti che avrebbe potuto vivere un diverso destino se non fosse stata lacerata da ordini adulti e paterni”.
“Ho ripreso il lavoro con i ragazzi del Malaspina dopo dieci anni di interruzione – spiega Collovà – su sollecitazione del Ministero di Giustizia e del dipartimento per i minori. Sono felice di averlo fatto e, sebbene si lavori sempre in condizioni difficili, questo percorso aggiunge un senso in più al lavoro che noi artisti facciamo. È un dono che riceviamo e che viene ricompensato subito dalla forza e dall’impegno che giovani in difficoltà mettono in un compito per nulla agevole. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo bellissimo viaggio, e sono davvero tanti. Persone che non stanno certo in sala prove, ma che vivono quotidianamente la vita dei ragazzi. Spero che si vada avanti adesso che ho ricominciato. Il teatro, se seriamente intrapreso, può essere di grandissimo aiuto”.
Il progetto A teatro con Shakespeare considera che i temi trattati nelle tragedie shakespeariane – giustizia e vendetta, la lotta per il potere e il dominio, la lealtà e il tradimento nelle tragedie cosiddette familiari, la forte relazione tra il dolore e la violenza, il potere dell’amore, e il ravvedimento sia sociale che individuale – siano temi che appartengano innanzitutto all’uomo, con un linguaggio molto concreto e allo stesso tempo intimo, e in grado di raccontare anche a un gruppo di adolescenti o comunque di giovani, storie drammatiche e molto affascinanti che li riguardano da vicino. Attraverso l’opera di Shakespeare è possibile sollecitare l’immaginazione, la riflessione, l’espressività e il confronto con gli altri e il mondo circostante.
(foto di Alessia Lo Bello)
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