Palermo

La talpa in procura e le notizie passate al boss

Non solo fughe di notizie per avvertire gli indagati per rapina o per corruzione, ma anche le indagini per mafia erano nel mirino della talpa della procura di Palermo. Feliciano Leto è stato arrestato ieri e adesso emergono i dettagli delle notizie riservate che avrebbe carpito e fornito agli indagati.

La talpa e la raccolta di informazioni

Leto avrebbe raccolto un intero hard disk copiando prove e atti dell’inchiesta della Dda per fornirli a Luigi Abbate, boss del quartiere Kalsa di Palermo conosciuto con il soprannome di Gino U Mitra. Abbate, dopo la morte, tre giorni fa, di Antonino Lauricella detto U Scintilluni, è l’ultimo boss del quartiere. Attualmente è detenuto ma  potrebbe presto tornare in libertà. La cassazione ha infatti rimandato alla corte d’appello l’ultima sentenza di condanna a 16 anni. Fine pena prevista quindi nel 2027 ma adesso le cose cambiano. La suprema corte ha infatti stabilito un riconteggio della pena, che quindi potrebbe subire delle pesanti riduzioni.

Punto di riferimento del circuito criminale

Per il gip Felice Leto era diventato il “punto di riferimento per i diversi soggetti del circuito criminale palermitano” a caccia di informazioni su indagini top secret. Grazie al suo ruolo di commesso giudiziario aveva libero accesso a decine di fascicoli della procura: una posizione che gli consentiva di carpire notizie sulle attività investigative e di fare soffiate agli interessati.  In altri due casi Leto avrebbe avvertito i banditi di intercettazioni a loro carico spingendoli a dismettere le sim in uso. Di grave danno alle indagini parla il gip nella misura cautelare: le notizie rivelate avrebbero compromesso le attività degli inquirenti.

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La doppia vita di Leto

Per Leto si trattava di una vera e propria doppia vita visto che la mattina lavorava in procura come commesso giudiziario maneggiando carte e fascicoli anche coperti dal segreto istruttorio e il pomeriggio così come il sabato nell’azienda di trasporto del suocero, destinataria ad agosto dell’interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Palermo. Ambienti diversi che, in questo caso, hanno dimostrato di essere in aperto contrasto fra loro

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