Niente salvataggio per Sviluppo Italia Sicilia. L’Assemblea dei Soci di Sviluppo Italia Sicilia, convocata per la rimessa in bonis della società, è stata revocata dopo un incontro tra il liquidatore Vincenti e l’Assessore all’Economia Baccei, che avrebbe negato categoricamente che in base al piano industriale elaborato dallo stesso Vincenti la società potesse salvarsi.
Lo rendono noto le RSA First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil di Sviluppo Italia Sicilia: “Prendiamo atto che Baccei ha vinto la sua partita sull’assistenza tecnica – scrivono in una nota i rappresentanti sindacali – ed ha vinto non senza la complicità di alcuni ascari che siedono nelle postazioni di comando degli assessorati regionali. Il braccio di ferro consumato su Sviluppo Italia Sicilia con il Presidente Crocetta e la vice Presidente Lo Bello era evidentemente una farsa. Altrimenti, si dovrebbe pensare che il Presidente Crocetta e la Vice Presidente Lo Bello siano stati trattati come quelli a cui si lascia credere di avere il potere di decidere qualcosa, salvo poi fare l’esatto contrario”.
“Ma Baccei ha vinto la sua partita -. continuano – anche e soprattutto nei confronti dell’ARS che con l’ultima legge di stabilità (Art. 32 C. 4 della Legge 17 marzo 2016, n. 3) aveva assegnato a Sviluppo Italia Sicilia un fondo da 1.2 milioni di euro per le spese di funzionamento e con il successivo DL stralcio (Art. 8, Legge 17 maggio 2016, n. 8) la gestione di un programma sulle start-up e gli incubatori di impresa da 10 milioni. Tutto lettera morta”.
“Baccei voleva mani libere per affidare alle 3-4 società multinazionali della consulenza, mondo a cui lo stesso Baccei appartiene e al Formez- accusano le Rsa – l’intera torta dell’assistenza tecnica, una torta dal valore di oltre 130 M€, e ci è riuscito. Ma quello che i siciliani devono sapere è che la soluzione dell’Assessore Baccei, se soluzione può chiamarsi, se libererà il mercato dell’Assistenza tecnica per le società private di consulenza ed il Formez, scaricherà interamente sulle casse pubbliche regionali e statali il fardello conseguente alla chiusura di Sviluppo Italia Sicilia: licenziamento del personale della società, svendita dell’incubatore d’imprese di Catania, blocco degli accreditamenti e delle erogazioni agli enti di formazione con rischio di ulteriori fallimenti e licenziamenti, blocco delle erogazioni, rischio di revoca dei programmi di investimento e di ulteriori fallimenti e licenziamenti nelle aziende finanziate. Calcolate voi il saldo netto per la Regione siciliana e le imprese. Noi siamo certi che mantenendo in vita Sviluppo Italia Sicilia per la Regione il risultato ottenibile sarebbe senz’altro stato migliore”.
“La verità – continua il documento sindacale – è che è stato perpetrato cinicamente un gioco sulla pelle di 75 famiglie. Un gioco dal quale il Presidente Crocetta, la Vice Presidente Lo Bello e l’ARS tutta escono ridicolizzati da Baccei, perché delle due l’una: o sono stati complici sin dall’inizio del gioco prendendo in giro tutti i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia o sono stati loro presi platealmente per il naso e allora dovrebbero avere la dignità di riaffermare il proprio ruolo oppure di dimettersi. In questi 8 anni di controllo regionale, Cuffaro prima, Lombardo poi e Crocetta oggi hanno nominato ai posti di vertice di questa società personaggi di ogni genere: ex dirigenti di enti di formazione, professori di scuola, impiegati bancari, ex ambasciatori, una ragioniera, avvocati neo abilitato, esperti di parità di genere e nient’altro. Gente per la quale Sviluppo Italia Sicilia ha fatto da nave scuola per fare esperienza e curriculum. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, eccetto degli uffici preposti alla verifiche di quei requisiti e che hanno sistematicamente avallato quelle nomine. E tra questi anche coloro che oggi mettono la parola fine su Sviluppo Italia Sicilia”.
Ma sullo sfondo si intravede anche una battaglia fra sindacati confederali e autonomi: “Baccei avrebbe dichiarato ad un sindacato, in un incontro riservato, che nei prossimi giorni si perfezionerà un progetto che garantirà la salvaguardia dei posti di lavoro – raccontano le RSU -. Non si sa nient’altro. Ma quel sindacato, forse galvanizzato dall’inaspettata attenzione ricevuta, ha ritenuto fosse persino superfluo fare delle domande: Cosa? Dove? Quando? Come? Per tutti o per alcuni? Ed ha ritenuto di dover lanciare un appello a remare nella stessa direzione di un progetto che va incontro ai nostri auspici. E allora la domanda la facciamo noi. Quale progetto? Quali auspici? Perché Baccei davanti a questi sindacati ha ribadito la stessa identica posizione tenuta dal Bilancio sin dalla prima ora ed in ultimo rappresentata dal Ragioniere generale Sammartano in un una riunione a Palazzo d’Orleans, prima della farsa del tentativo di tirare la società fuori dalla liquidazione: licenziamento collettivo, trasferimento nel bacino unico, eventuale uscita dal bacino unico limitatamente ai fabbisogni delle altre società partecipate per la durata del bisogno. Cioè esattamente quanto prevedeva una legge del 2014 (Legge Regionale 21/2014, Art. 64). Dov’è allora il progetto di cui parlano Baccei e quel sindacato?”
“Caro Assessore Baccei, caro Crocetta e cari tutti, non potetevi permettervi di giocare con la vita delle persone, avete preso in giro i lavoratori, ma adesso BASTA! – si legge nel documento delle Rsa confederali -. Oggi, dopo un anno senza stipendi e alle soglie del licenziamento, i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia pretendono di conoscere le condizioni e i tempi di questo progetto che garantirebbe la salvaguardia dei livelli occupazionali come più volte affermato, anche di fronte all’ARS, e mai spiegato”.
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