“Democrazia partecipata, sinergia tra le istituzioni, uno scambio di competenze con un obiettivo unico: puntare allo sviluppo della Sicilia”. Così Roberto Lagalla illustra a BlogSicilia il progetto del Si.Lab il Centro Interdipartimentale e Laboratorio per lo sviluppo regionale e locale in Sicilia dell’Università degli Studi di Palermo da lui diretto. Università palermitana e istituzioni in costante dialogo per supportare la stagione di cambiamento avviata a livello nazionale e che ancora qui in Sicilia stenta a decollare.
Sette tavoli tematici tra cui Welfare, Economia, Territorio e Ambiente e Urbanistica che mettono appunto idee, ricerche e proposte. Un percorso che si inquadra nella terza missione dell’Università come soggetto che interloquisce con istituzioni mettendo a frutto le proprie competenze per la crescita della comunità.
Voci di corridoio dicono, però che dietro questo progetto ci sia sempre e comunque l’onnipresente Davide Faraone anche se appare strano che il sottosegretario all’Istruzione possa sponsorizzare quello che sembra un concorrente alla candidatura proprio alla Presidenza della Regione. Lui, l’ex rettore Roberto Lagalla, mostra le sue note doti politiche con una risposta istituzxionale: “Dietro la nostra attività non c’è nessun particolare soggetto politico, noi parliamo alla politica ma non intendiamo fare politica – dice -. Il sottosegretario Davide Faraone è un interlocutore privilegiato di questo rapporto istituzionale che abbiamo voluto creare. Il Miur naturalmente non è soltanto la fonte di risorse e finanziamenti ma anche il luogo nel quale si progetta la programmazione dei fondi strutturali per le ricerca e l’innovazione. E’ chiaro che questo soggetto politico ha un interesse reale nei confronti della nostra iniziativa e alla nostra azione. Noi, comunque, non possiamo e non vogliamo avere caratterizzazioni peculiari, la nostra attività è ‘prepolitica’ cioè sta fuori e prima della politica. Noi non abbiamo invitato soggetti politici ma soltanto esponenti della società civile”.
Idee al servizio della politica che non possono prendere in considerazione l’attuale situazione che l’Isola a livello economico ma anche politico vive. “Non voglio dare giudizi politici, rispetto ai risultati ottenuti credo che la Sicilia marca una differenza che deve essere colmata e al di là delle buone intenzioni credo non si siano raggiunti risultati confortanti. Lo conferma anche un recente studio di Demopolis il 51% dei siciliani dal 2010 al 2016 percepisce un peggioramento della situazione”.
Una Sicilia che proprio alla vigilia del referendum del 4 dicembre è diventata strategica per il Governo nazionale, e proprio sul suo voto al quesito referendario Lagalla non lascia dubbi: “Voterò sì, è un passaggio molto importante per il Paese. E’ un’occasione per confermare l’Italia sulla via delle riforme e agganciare la Sicilia al carro di quelle riforme che poi interessano i cittadini come il miglioramento dell’occupazione anche per i giovani, l’iniziativa privata ed il fare impresa. Se si inaugura una stagione del cambiamento penso che la collettività sia motivata maggiormente a cambiare”.
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