Il Superbonus sta mettendo in crisi migliaia di aziende siciliane e con lo stop alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura varato dal governo Meloni la situazione appare drammatica. Un colpo durissimo inferto al settore edile siciliano che sembrava stesse avendo una fase positiva grazie all’incentivo voluto dai Cinquestelle ma che poi è stato via via messo da parte dai governi che si sono succeduti, prima Draghi, poi la Meloni.
La protesta delle imprese
Ora è protesta e gli imprenditori edili, soprattutto quelli che hanno numerosi cantieri bloccati in seguito ai vari decreti del governo, che sono sul piede di guerra. È già accaduto, prima e dopo la manifestazione dello scorso 7 novembre a Palermo per il caro-bollette, ma stavolta il fronte imprenditori e dei lavoratori sembra ancor più compatto, anche perché contro il decreto del governo nazionale, che di fatto blocca tutti i meccanismi detrattivi della riqualificazione edilizia, al coro di associazioni datoriali e sindacali dell’Isola, che chiedono una via d’uscita per le aziende incagliate nella bolla fiscale del Superbonus, si uniscono adesso ambientalisti e scienziati, come il dirigente di ricerca del Cnr Mario Pagliaro, tra i primi in Sicilia e in Italia a occuparsi di efficientamento energetico degli edifici, allarmato, oltre dalla “bomba sociale che sta per esplodere, con migliaia di attività e famiglie a rischio fallimento e licenziamento”, ma pure dai tantissimi cantieri “aperti e poi sospesi, come quello facilmente visibile in uno di palazzi storici vicini al parco della Favorita, nel capoluogo, con i ponteggi fermi lì da mesi, in balia del vento”.
Tanti i cantieri bloccati
Ma è solo un esempio, perché, allargando lo sguardo a tutta la regione, “di palazzine sventrate e abbandonate dai proprietari, che aspettano da mesi la parola fine alle ristrutturazioni mentre pagano l’affitto per vivere in altri appartamenti, ce ne sono a centinaia”. Quante, esattamente? Difficile dirlo. Quel che è certo, è che il 28% delle 24.311 asseverazioni registrate nell’Isola alla voce Superbonus è rimasto incompleto: si tratta di quasi 7.000 opere. Migliaia le aziende a rischio e che adesso chiedono al governo nazionale e al governo regionale d’intervenire al più presto per sbloccare quanto meno le situazioni rimaste impigliate a causa del blocco delle cessioni.
Cosa ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy
Intanto in una intervista al Corriere della Sera, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso dice che “grazie al provvedimento del governo sul Superbonus 110%, abbiamo eliminato un meccanismo perverso con 9 miliardi di truffe e un carico insostenibile per lo Stato ma sappiamo che va preservato un settore così significativo per la nostra economia. Era necessario sgonfiare la bolla prima che esplodesse. In generale, ritengo che l’assunzione di responsabilità del governo avrà riscontri positivi, rassicurando i mercati e incoraggiando gli investitori esteri. La cifra di questo governo è la credibilità”.
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