I pagamenti digitali risultano preferiti da oltre il 76% degli italiani, con il canale smartphone e la modalità P2P (sistema di invio e ricezione immediata di denaro) che crescono da un anno all’altro (+4,7%), arrivando a conquistare la metà delle preferenze tra gli utenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. La maggiore familiarità con la tecnologia, ma anche un’abitudine consolidata a disintermediare le relazioni e a preferire il fai da te. Sono le ragioni principali che spiegano la crescita dei pagamenti digitali tra i più giovani. Un fenomeno che trova conferma anche nel campo degli investimenti, come emerge dalla sempre più diffusa tendenza a paragonare online le diverse proposte presenti sul mercato, quando si tratta di scegliere, ad esempio, un conto deposito o un conto corrente.
Pagamenti cashless: spicca la preferenza per lo smartphone
La Community Cashless Society promossa da Teha (The European House Ambrosetti) ha effettuato un sondaggio in merito, rilevando un consolidamento nell’utilizzo dei pagamenti diversi dal contante nel nostro Paese. La spinta arriva dai consumatori, i quali chiedono agli esercenti di accettare versamenti diversi dal contante, in quanto rilevano una maggiore facilità di utilizzo grazie alla diffusione di smartphone e wearable (dispositivi di pagamento indossabile). Sono la grande distribuzione organizzata (GDO) e ilturismo i due settori che raccolgono maggiormente la propensione dei cittadini ai pagamenti cashless, grazie alla riduzione del tempo necessario per l’attività e alla possibilità di svolgere il pagamento via app. Le imprese, dal canto loro, restano indietro rispetto alle soluzioni tecnologiche più impattanti e considerano l’e-commerce B2B (transazioni commerciali effettuate fra imprese o gruppi di privati) meno strategico per la crescita del loro business. Un versante sul quale occorre più informazione per non perdere le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica. Quanto ai numeri, i pagamenti digitali risultano preferiti da oltre il 76% degli italiani, con il canale smartphone e la modalità P2P che crescono da un anno all’altro (+4,7%), arrivando a conquistare la metà delle preferenze tra gli utenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni, mentre diminuisce lievemente il ricorso alle carte di pagamento e iniziano ad affermarsi le transazioni con orologi, anelli e bracciali. Anche se quest’ultima categoria è considerata solitamente complementare e non sostitutiva delle altre.
I pagamenti digitali tra i giovani e i giovanissimi
Un passaggio curioso riguarda le preferenze per fascia d’età. Il principale motore dei pagamenti cashless è costituito dai giovani tra i 18 e i 30 anni. Tuttavia, se si guarda ai giovanissimi (14-18 anni) vi è un elevato ricorso al contante (che è il metodo preferito dal 57% di loro). E’ probabile che in questa fascia d‘età prevalga il timore da parte dei genitori di spese incontrollate o eccessive ad opera dei minori, ma un ruolo potrebbe giocarlo anche il timore dei ragazzi di essere soggetti a frodi.
Pagamenti digitali: il recupero del Mezzogiorno
A livello geografico, sono le regioni del Sud e delle Isole a registrare l’accelerazione maggiore nei pagamenti digitali. Non è più una novità, ma continua a prendere piede il Buy Now Pay Later (Bnpl – che consente di comprare un bene online, con pagamento in tre o quattro rate, senza interessi), con oltre il 60% dei rispondenti che ne ha aumentato il ricorso nell’ultimo anno ed è particolarmente apprezzato dagli under 30 e nel Sud e Isole.
Il Bnpl si sta affermando sempre di più come nuova soluzione di pagamento e il 44% degli italiani (+4% rispetto allo scorso anno) ha effettuato almeno il 10% dei propri acquisti via Internet a rate.
“Le prime evidenze della survey su cittadini e imprese mostrano un consolidamento delle transazioni cashless in Italia con alcuni elementi che devono destare attenzione: permane un pregiudizio verso i pagamenti digitali che influisce sui più giovani e una forte mancanza di visione strategica delle imprese verso l’e-commerce B2B” – racconta Lorenzo Tavazzi – Senior Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence di Teha.
Da qui, la necessità di agire con un’azione di educazione culturale al digitale per favorire la transizione verso una cashless societyche utilizzi al meglio le opportunità tecnologiche senza preconcetti.
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