La vittima dello stupro al Foro Italico di Palermo si lascia andare ad uno sfogo si social, l’ennesimo. E questa volta le sue parole hanno il sapore, più che dell’amaro, del drammatico. Non usa mezzi termini quando dice che era meglio se questa storia non fosse mai saltata fuori. Parole che ribadisce sui suoi profili Instagram e TikTok. Come se le conseguenze che sta pagando oggi fossero peggiori di quel che ha dovuto subire con quella violenza di gruppo. Parole pesanti come un macigno.

“Doveva farsi i fatti suoi”

La 19enne, riferendosi alla persona che chiamò la sera dello stupro l’ambulanza, ha detto: “Era meglio se si faceva i fatti suoi e non chiamava l’ambulanza. Non avrei denunciato, era meglio se stavo zitta”. La vittima dello stupro da tempo parla sui social, ha fatto anche diverse rivelazioni di quella serata e del suo turbolento passato. Ha anche raccontato che uno dei presunti 7 stupratori avrebbe organizzato tutto: “Si erano messi d’accordo tra loro”. Gli indagati però, tramite i loro legali, continuano a negare e a difendersi.

L’incidente probatorio

Intanto la ragazza sarà ascoltata il prossimo 3 ottobre dal giudice. È stata fissata infatti la data dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura del capoluogo siciliano. All’udienza potranno partecipare anche i sette accusati dello stupro di gruppo, tutti in carcere. Il gip Clelia Maltese ha infatti accolto la richiesta avanzata dalla Procura e ha fissato l’udienza, alla quale potranno partecipare anche gli indagati. E’ molto probabile che tutto avvenga in videoconferenza: la ragazza si trova in una comunità protetta del centro Italia e i sette giovani, dopo la protesta dei detenuti del carcere Pagliarelli, si trovano in penitenziari diversi, sparsi per l’Isola.

I dubbi dei legali degli indagati

La difesa dei sette ragazzi accusati dello stupro di gruppo sulla diciannovenne è andata all’attacco nei giorni scorsi. Oggetto del contendere sono i video. Gli avvocati degli indagati ne hanno potuto vedere solo due, realizzati da Angelo Flores senza essere inquadrato, in cui si vedrebbero Elio Arnao, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Gabriele Di Trapani e Riccardo Parrinello accanirsi sulla ragazza. Immagini che, secondo i magistrati, sebbene “non rappresentino l’intera evoluzione della violenza sessuale”, conterrebbero però “numerosi elementi a sostegno dell’ipotesi accusatoria, pienamente lineari con quanto dichiarato dalla persona offesa”. Non la pensano così i legali degli indagati, che invece considerano i filmati, i cui codici seriali sono 614 e 453, troppo parziali e di breve durata.

Nessuna traccia del presunto video integrale

Di un presunto video integrale della serata dell’orrore non ci sarebbe traccia anche se in tanti, specialmente sui social, giurano di averlo visto. Finora i periti hanno accertato che due spezzoni sarebbero stati condivisi in alcune chat ma non sarebbero ancora approdati sul web, resta il dubbio che quelli prodotti dal branco siano più di due. Era stato lo stesso Flores, in una conversazione con un amico prima del suo arresto, a spiegare di averne inviati alcuni ad altre persone: “Li sto eliminando tutti, li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino, perché non ne voglio sapere niente di questa storia”, rispondeva il 22enne che, davanti ai giudici, ha fatto il nome dei suoi complici, ammettendo di aver ripreso tutto ma negando di aver partecipato allo stupro.

 

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