Il primo processo per lo stupro di gruppo del Foro Italico dello scorso 7 luglio a Palermo ha una data. L’udienza preliminare è stata fissata per il 9 gennaio.
Il procedimento coinvolge solo uno dei sette giovani accusati del reato che, ricordiamo, ebbe come vittima una diciannovenne abusata – secondo l’accusa – a turno. Si tratta dell’unico minorenne che all’epoca dei fatti aveva 17 anni. Nel frattempo è diventato maggiorenne.
Per lui, tuttavia, è competente il tribunale dei Minorenni. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, formulata dalla Procura, l’udienza preliminare è stata fissata dunque agli inizi di gennaio, poco dopo le feste. In quella sede, se lo vorrà, potrà anche chiedere di essere processato con il rito abbreviato.
L’imputato era stato arrestato ad agosto e non aveva negato di aver partecipato allo stupro. Durante l’interrogatorio di garanzia aveva anche detto di essere consapevole che “quello che avevamo fatto è un reato” e di essere “stato assalito dai sensi di colpa”, raccontando di essere stato l’unico ad “aiutare la vittima dopo la violenza”. E il gip, in prima battuta, aveva creduto a tal punto a questa versione da concedergli di lasciare il carcere per andare in una comunità.
Una decisione che era stata rivista – col ritorno in cella dell’imputato – qualche tempo dopo, quando era venuta fuori l’altra faccia del giovane e la sua versione dei fatti era stata in buona parte smentita da diversi messaggi scambiati la notte stessa dello stupro. “Abbiamo combinato un macello – diceva l’allora minorenne a un amico – lei è svenuta più di una volta, l’ammazzammu, in sette! (L’abbiamo ammazzata in sette, ndr) N’addivertemmu, ti giuro, troppi cianchi! (ci siamo divertiti, ti giuro, troppe risate, ndr)”. E aggiungeva: “Siamo stati un quarto d’ora, ficimo un macello, lei si è sentita male… Troppo forte!”.
Si sarebbe pure scoperto che, appena lasciato il carcere per andare in comunità, l’imputato con una serie di post su TikTok si sarebbe vantato delle sue “prodezze”: “Sto ricevendo tanti messaggi da ragazze, ma come faccio a uscire con tutte? Siete troppe!” o “la galera è il riposo dei leoni”, solo per citarne un paio.
L’imputato ha riferito che la ragazza sarebbe stata consenziente, come avevano raccontato anche gli altri indagati, e che sarebbe stata lei a proporre il rapporto di gruppo: “L’hanno fatta bere, poi lei ha fumato una canna, dopo ci ha contati, letteralmente, tutti e ci ha detto che con sette ragazzi non aveva mai avuto un rapporto perché non le era capitato e che se volevamo poteva provarci, io ero divertito”. Nella sua ricostruzione, inoltre, ha sostenuto che sarebbe stato il primo ad avere un rapporto con la giovane e che poi “l’ho sentita gridare e ho detto di smettere subito”.