La corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a otto anni e otto mesi inflitta in primo grado al giovane, all’epoca dei fatti minorenne, accusato di aver partecipato allo stupro di gruppo commesso a luglio del 2023 da sette ragazzi nei confronti di una diciannovenne palermitana.

La violenza

La violenza sessuale avvenne in un cantiere abbandonato del foro italico. L’imputato , che allora non aveva compiuto 18 anni, in primo grado era stato condannato dal gup dei minori.

L’accusa in appello era rappresentata in aula dalle sostitute procuratrici generali Maria Grazia Puliatti e Claudia Bevilacqua. Sotto processo per la violenza ci sono ora, davanti al tribunale, i sei imputati all’epoca maggiorenni. Alle scorse udienze la procura ha concluso la requisitoria con le richieste di pena. La sentenza è attesa per l’8 novembre.

La versione della difesa e il profilo psicologico della vittima

La difesa ha ribadito la versione fornita dai sei imputati, secondo la quale la giovane avrebbe orchestrato l’incontro, manifestando il proprio consenso e guidando il gruppo verso il luogo isolato dove si sarebbero consumati i rapporti. Inoltre, l’avvocato Martorana ha citato la relazione di una psicologa nominata dalla Procura, che descrive la vittima come una persona con un “costante senso di perdita e di abbandono”, “bisogno di sentirsi viva ricercando esperienze talvolta estreme” e “profonda sfiducia negli altri”. Secondo la difesa, questo profilo psicologico, definito “borderline” dagli esperti, metterebbe in dubbio l’affidabilità e la credibilità della ragazza.

Le testimonianze e le precedenti denunce di abusi

La difesa ha anche richiamato la testimonianza di Nicole, amica della vittima, la quale avrebbe dichiarato di non aver mai sentito parlare di stupro. Inoltre, è stato sottolineato che la ragazza avrebbe subito altri abusi in passato, alcuni dei quali non denunciati, elemento che, secondo la difesa, indebolirebbe ulteriormente la sua credibilità.

Le richieste della Procura e le prossime udienze

Le richieste della Procura, rappresentata dal procuratore aggiunto Laura Vaccaro e dai sostituti Mario Calabrese e Monica Guzzardi, sono pesanti: 12 anni di carcere per Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Christian Maronia ed Elio Arnao, e 10 anni e 8 mesi per Samuele La Grassa. Gli avvocati Giorgio Zanasi e Carlo Congedo, che difendono rispettivamente Cristian Barone e Samuele La Grassa, interverranno il prossimo lunedì. Il 25 potrebbe essere fissata la controreplica di pm e parti civili, con la sentenza prevista entro la fine del mese.

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